Om Namo Bhagavate Sri Arunachalaramanaya

sabato 23 agosto 2014

Auto-attenzione senza caratteristiche


di Michael James
Venerdì 22 Agosto 2014 
http://happinessofbeing.blogspot.it/2014/08/the-featurelessness-of-self.html

L'amico che ha fatto la domanda alla quale ho risposto nell'articolo What do we actually experience in sleep?  mi ha scritto un'altra email nella quale ha chiesto se l'eternità è anche una delle 'caratteristiche' della nostra esperienza senza caratteristiche nel sonno, e nella quale ha concluso chiedendo: 'Hai una pratica favorita che ha senso condividere? (Sto ancora cercando di ottenere una chicca ;-))'. 

Ciò che segue è adattato dalla mia risposta:   
Il tempo e la durata sono caratteristiche che sperimentiamo nella veglia e nel sogno, ma non nello stato senza caratteristiche del sonno. Comunque, persino il dire che sperimentiamo tempo e durata nella veglia e nel sogno richiede alcune chiarificazioni: ciò che sperimentiamo effettivamente è il cambiamento, sia nella nostra mente sia nel nostro corpo e sia nel mondo fisico attorno a noi, e questo costante flusso di cambiamento crea l'illusione che chiamiamo 'tempo'.  Quindi, dato che nessun cambiamento avviene nella nostra esperienza durante il sonno, in esso l'illusione del tempo è assente.

Dal momento che nel sonno non sperimentiamo alcun tempo, non pensiamo né  'io ero' né 'io sarò', ma sperimentiamo solo 'io sono' - il nostro essere o esistenza nel continuo momento presente.

Riguardo alla mia pratica favorita (e veramente la mia unica pratica) è precisamente l'auto-investigazione (ātma-vicāra). Benché la pratica di ātma-vicāra può essere descritta semplicemente come auto-attenzione - essere attentamente consapevoli solo di 'io', noi stessi - non ci sono parole o idee che possano adeguatamente descriverla o spiegare cos'è. Parole come 'essere auto-attenti' sono solo indicatori, perché possono solo indicare ciò che dovremmo cercare di fare (o piuttosto di essere), ma non possono adeguatamente trasmettere ciò che è realmente l'esperienza di essere auto-attenti.

Quindi, oltre a dire semplicemente che la mia pratica favorita è cercare di essere auto-attenti, non possono dire niente altro. Se cercassi di dire qualcosa in più, qualsiasi cosa potrei dire non riuscirebbe a trasmettere ciò che intendo, perchè come nessuna parola può discrivere o trasmettere l'esperienza di essere 'io' - la prima persona o soggetto, lo sperimentatore di qualsiasi cosa è sperimentata - così nessuna parola può descrivere o trasmettere l'esperienza che è indicata dalle parole 'essere auto-attenti' o 'essere consapevoli di 'io''.

Se cerchiamo di descrivere, o anche di elaborare, ciò che è la reale esperienza di auto-attenzione, proprio per il tentativo di fare questo la perdiamo, perché possiamo conoscerla solo sperimentadola, e la possiamo sperimentare solo nella misura in cui i pensieri sono in quel momento assenti dalla nostra esperienza. 

Dopo aver sperimentato un aumento di chiarezza di auto-consapevolezza, alcune persone cercano di descriverla, ma qualsiasi cosa essi possano descrivere non è ciò che hanno realmente sperimentato, perché le parole con cui la descrivono sono prodotte dai pensieri, e i pensieri non possono catturare l'esperienza libera dal pensiero della chiara auto-consapevolezza.

Ogni pensiero ha caratteristiche, e quindi può solo rappresentare o riguardare qualcosa che ha caratteristiche. Nessun pensiero può rappresentare adeguatamente un'esperienza che non ha caratteristiche, così l'esperienza senza caratteristiche di auto-attenzione o chiara auto-consapevolezza è oltre la presa di qualsiasi pensiero (e quindi oltre il potere descrittivo di ogni parola). 

Nella misura in cui sperimentiamo qualsiasi pensiero, non stiamo sperimentando noi stessi come siamo realmente, perché ciò che realmente siamo è senza caratteristiche e quindi libero dal pensiero. Cioè, come ho spiegato in una delle mie prime repliche, ciò che essenzialmente sono è senza caratteristiche, così ātma-vicāra è la pratica di cercare di essere semplicemente nel nostro stato naturale di auto-consapevolezza senza caratteristiche, perciò l'unica 'chicca' che posso offrirti è suggerirvi di investigare ciò che l''io' è realmente e quindi cercare di essere la pura auto-consapevolezza senza caratteristiche che siete realmente. 

Ora sperimentiamo noi stessi - la nostra pura auto-consapevolezza senza caratteristiche - confusa con attributi estranei come questo corpo e questa mente (ciascuno dei quali ha caratteristiche multiple), così per sperimentare noi stessi come siamo realmente dobbiamo separare noi stessi da tutti questi attributi, cosa che possiamo fare solamente focalizzando la nostra intera attenzione solo su 'io'.

Poiché gli fu chiesto di descrivere in che modo ebbe l'esperienza della vera auto-conoscenza come un ragazzo di sedici anni, Sri Ramana descrisse come reagì quando fu sopraffatto da un'improvvisa ed intensa paura della morte: rivolgendo la sua attenzione all'interno per scoprire se l' 'io' sarebbe morto alla morte del corpo.  

Comunque, sebbene descrisse in parole come aveva investigato l' 'io', enfatizzò che ciò che aveva realmente sperimentato non poteva essere descritto adeguatamente in parole, perché nonappena la sua attenzione si rivolse verso 'io', tutti i pensieri cessarono e la sua mente fu consumata interamente dall'assoluta chiarezza della pura auto-consapevolezza.

Perciò egli descrisse la sua esperienza di auto-investigazione (ātma-vicāra) solo per indicarci che possiamo nello stesso modo sperimentare vera auto-conoscenza solo rivolgendo la nostra attenzione lontano da tutte le altre cose e verso 'io' da solo. Cioè, come lui fece, dovremmo ignorare il nostro corpo come se fosse un cadavere (cioè, dovremmo essere inconsapevoli del corpo come se la morte ci avesse separato da esso) e focalizzare la nostra intera attenzione si 'io' da solo, escludendo quindi ogni altra cosa dalla nostra consapevolezza. 

Quando riusciremo a fare questo con successo, sperimenteremo noi stessi come siamo realmente, e in questo modo la nostra mente o ego (la nostra attuale auto-consapevolezza confusa con attributi 'io sono questo corpo') sarà distrutta per sempre, per cui mai più confonderemo noi stessi come qualsiasi cosa diversa da ciò che realmente siamo - vale a dire pura auto-consapevolezza che, essendo interamente priva di attributi, è senza caratteristiche e quindi infinita.


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