Om Namo Bhagavate Sri Arunachalaramanaya

martedì 3 marzo 2015

Investigare noi stessi è il solo modo per risolvere tutti i problemi che vediamo in questo mondo

Michael James

2 Marzo 2015
Investigating ourself is the only way to solve all the problems we see in this world

Più di un anno fa un amico mi ha scritto facendomi alcune domande sull’insegnamento di Sri Ramana che ciò che ora crediamo essere il nostro stato di veglia è realmente solo un altro sogno, e il mese scorso ha accompagnato questo con una serie di altre tre emails facendo varie domande, la maggior parte delle quali riguarda lo stesso soggetto. Questo articolo è tratto dalle mie risposte a queste quattro emails.

Prima risposta:

Nella sua prima email il mio amico ha chiesto come possiamo far entrare noi stessi in questo stato di sogno o dimenticanza se il nostro stato reale è consapevolezza o spirito, e come ci è possibile rimanere sempre nello stato di auto-dimora o auto-consapevolezza se siamo al lavoro, e infine: ‘Tu puoi essere nello stato [di auto-consapevolezza] e tuttavia fare le cose nel modo migliore nello stato di sogno (nel mondo) o rinunci a uno quando stai facendo l’altro?’ In risposta a questo ho scritto:

Ciò che Sri Ramana ci chiede è di investigare se mai siamo entrati in questo stato di sogno o auto-dimenticanza. Ora ci sembra di essere in un tale stato, ma se investighiamo noi stessi per scoprire cos’è realmente questo ‘io’ che sembra sperimentare tutto questo, questo falso ‘io’ (l’ego che ora sembriamo essere) sprofonderà e scomparirà, perché esso non esiste realmente, e ciò che allora rimarrà sarà il nostro ‘io’ reale (ciò che siamo realmente), che è privo di qualsiasi auto-dimenticanza o qualsiasi sogno in cui un ‘io’ limitato sembra sperimentare cose diverse da se stesso.

Questo è ciò che Sri Ramana ci insegna, ma non dovremmo prenderlo per fede, perché questo sarebbe semplicemente sostituire una serie di credi con un’altra. Sri Ramana non ci chiede effettivamente di credere a qualcosa che non conosciamo o che non possiamo dedurre dalla nostra esperienza, ma ci consiglia di investigare semplicemente noi stessi per sperimentarci come siamo realmente. Dopo aver fatto questo, conosceremo per esperienza se siamo mai realmente entrati in uno stato di auto-dimenticanza o di sogno.

Anche quando siamo impegnati in un lavoro, non siamo consapevoli che ‘io sto facendo questo lavoro’? Poiché siamo sempre consapevoli di ‘io’ (noi stessi) anche mentre siamo impegnati in un lavoro, possiamo coltivare l’abitudine di essere più chiaramente (attentivamente) auto-consapevoli anche mentre lavoriamo. Tuttavia, l’auto-attentività che pratichiamo mentre siamo impegnati in altre attività non sarà molto profonda o intensa, così dovremmo anche tenerci del tempo per praticarla più intensamente. Quando facciamo questo, il nostro fine dovrebbe essere rivolgere la nostra intera attenzione verso noi stessi e quindi lontano da qualsiasi altra cosa. Se riusciamo una volta a rivolgere la nostra intera attenzione verso noi stessi, sperimenteremo la perfetta chiarezza dell’auto-consapevolezza, incontaminata anche dalla minima consapevolezza di qualche altra cosa. Questo è lo stato di vera auto-conoscenza, che distruggerà completamente l’illusione che abbiamo di essere questo ego o mente, dopodiché l’illusione di sperimentare qualcosa diversa da noi stessi non tornerà mai più.

Seconda risposta:

Nella sua email successiva il mio amico ha chiesto, ‘Secondo gli insegnamenti di Bhagavan cosa accade dopo che otteniamo la vera auto-conoscenza… questo mondo scompare insieme con ogni cosa in esso (persone, ecc.) e rimane solo la consapevolezza di sé?’, a cui ho risposto:

Secondo Bhagavan Sri Ramana, ciò che sperimenta il mondo e qualsiasi altra cosa diversa da noi stessi è solo il nostro ego, così il mondo sembra esistere solo quando sperimentiamo noi stessi come questo ego. Quindi quando sperimenteremo noi stessi come siamo realmente, non sperimenteremo niente altro che noi stessi, e quindi nessun mondo sembrerà mai esistere. Questo è stato chiaramente affermato da lui nel terzo paragrafo di Nāṉ Yār? (Chi sono io?):
சர்வ அறிவிற்கும் சர்வ தொழிற்குங் காரண மாகிய மன மடங்கினால் ஜகதிருஷ்டி நீங்கும். கற்பித ஸர்ப்ப ஞானம் போனா லொழிய அதிஷ்டான ரஜ்ஜு ஞானம் உண்டாகாதது போல, கற்பிதமான ஜகதிருஷ்டி நீங்கினா லொழிய அதிஷ்டான சொரூப தர்சன முண்டாகாது.

sarva aṟiviṯkum sarva toṙiṯkum kāraṇam-āhiya maṉam aḍaṅgiṉāl jaga-diruṣṭi nīṅgum. kaṯpita sarppa-jñāṉam pōṉāl oṙiya adhiṣṭhāṉa rajju-jñāṉam uṇḍāhādadu pōla, kaṯpitamāṉa jaga-diruṣṭi nīṅgiṉāl oṙiya adhiṣṭhāṉa sorūpa darśaṉam uṇḍāhādu.

Se la mente, che è la causa di tutta la conoscenza [diversa dalla nostra conoscenza fondamentale ‘io sono’] e di tutta l’attività, sprofonda, jagad-dṛṣṭi [la percezione del mondo] cesserà. Proprio come tranne che cessi la conoscenza del serpente immaginario, la conoscenza della corda, che è l’ adhiṣṭhāna [la base che sottende e supporta l’apparenza illusoria del serpente], non sorgerà, così tranne che cessi la percezione del mondo, che è una kalpita [una costruzione, una creazione mentale o un’invenzione della nostra immaginazione], svarūpa-darśana [l’esperienza del nostro sé essenziale], che è l’ adhiṣṭhāna [la base o fondamento che sottende e supporta l’apparenza immaginaria di questo mondo], non sorgerà.

Terza risposta:

Nella sua terza email il mio amico ha chiesto:
Tu pratichi il metodo insegnato da Bhagavan? Se è così da quanti anni e a cosa è simile ciò che pratichi quotidianamente. Comprendo che questo è un viaggio personale dell’individuo ma se posso chiedere e se non ti dispiace condividere…. hai mai dato un’occhiata personale nello stato di assoluta auto-conoscenza anche solo per un momento? Se sì, puoi per favore mettere la tua esperienza in parole? […]

Solo una riflessione per me su cui meditare… sei tu nel mio mondo immaginario o sono io nel tuo? :-)
A cui ho risposto :

Sì, io pratico auto-investigazione come insegnata da Sri Ramana, ma poiché ciò comporta solo cercare di essere auto-attentivi (cioè, cercare di sperimentare solo noi stessi, in completo isolamento da qualsiasi altra cosa, inclusi la nostra mente, il nostro corpo e ogni altra cosa che confondiamo come noi stessi) non è possibile descrivere a cosa è simile. Ogni cosa che può essere descritta con il pensiero o con le parole non è la pura auto-consapevolezza senza caratteristiche che stiamo cercando di sperimentare e che siamo realmente.

Poiché l’auto-investigazione comporta solo il cercare di rivolgere la nostra attenzione verso noi stessi solamente, e quindi lontano da qualsiasi altra cosa, può essere praticata in qualsiasi momento, in ogni luogo e in ogni circostanza, così non è confinata in nessun modo da ogni idea convenzionale di meditazione come sedersi in una posizione particolare per un fissato periodo di tempo. Anche nel mezzo delle nostre attività quotidiane, ogni volta che la nostra mente non ha bisogno immediato o urgente di dare attenzione a qualcos’altro, possiamo cercare di essere auto-attentivi almeno per pochi momenti. Quindi l’auto-investigazione è una pratica per cui non c’è un tempo o un luogo stabiliti o qualsiasi altra restrizione.

Riguardo alla tua domanda su ‘un’occhiata personale nello stato di assoluta auto-conoscenza anche solo per un momento’, noi siamo sempre consapevoli di noi stessi, ma non siamo consapevoli di noi stessi come siamo realmente perché la nostra consapevolezza di noi stessi è mischiata e confusa con la consapevolezza di altre cose. Quindi il nostro fine non è sperimentare qualcosa di nuovo o qualcosa che non abbiamo sempre sperimentato, ma è solo sperimentare noi stessi solamente, in completo isolamento anche dalla minima consapevolezza di qualsiasi altra cosa. Se sperimentiamo solamente noi stessi per un singolo momento soltanto, sperimenteremo noi stessi come siamo realmente, e quindi l’illusione di essere qualsiasi altra cosa sarà distrutta per sempre.

Quindi quando sperimentiamo l’assoluta auto-conoscenza (auto-consapevolezza perfettamente chiara) solo per un momento, non saremo mai più in grado di sperimentare qualsiasi altra cosa, perché il nostro ego (che solo è ciò che sperimenta l’apparenza di qualsiasi altra cosa) sarà stato distrutto. Quindi non c’è una cosa come ‘un’occhiata personale’ di assoluta auto-conoscenza, perché sperimentando l’auto-conoscenza l’illusione di essere una persona sarà completamente e per sempre distrutta.

Ciò che ora stai sperimentando è il tuo sogno, e benché nel tuo sogno vedi quelle che sembrano essere altre persone, non c’è realmente nessun’altro che te stesso che stai sperimentando il tuo sogno. Quindi tutte le altre persone in questo tuo sogno sono solo invenzioni della tua immaginazione, come tutte le persone che vedi in ogni altro sogno.


Quarta risposta:

Nella sua ultima email il mio amico ha chiesto diverse domande ulteriori, alle quali ho risposto:

Come dici, l’idea che il nostro attuale stato sia solo un sogno e che il mondo che percepiamo in questo stato sia perciò solo una creazione mentale, come ogni mondo che percepiamo in qualsiasi altro sogno, è per noi una teoria, perché non possiamo sapere con certezza se ora stiamo sognando se non sperimentiamo noi stessi come siamo realmente. Poiché ignoriamo ciò che siamo, dobbiamo anche ignorare se o in quale misura, qualunque cosa sperimentiamo sia causata da qualcosa cosa diversa dalla nostra mente.

Tuttavia, le teorie sono la base su cui ogni ricerca è condotta, poiché ogni ricerca o investigazione è, in effetti, un tentativo di provare se una teoria è vera. Senza le teorie a guidarla e a dirigerla, la nostra ricerca sarebbe come una nave senza timoniere sballottata qui e lì in un mare in tempesta.

Quindi per dirigerci e guidarci nella nostra auto-investigazione, Sri Ramana ci ha insegnato determinate teorie. Tuttavia, benché dalla nostra prospettiva ciò che ci ha insegnato sono solo teorie se non le proviamo e verifichiamo personalmente, dalla sua prospettiva ciò che ci ha insegnato è un’espressione in parole di ciò che ha realmente sperimentato. Naturalmente le parole non possono trasmettere ciò che ha sperimentato, ma possono rivolgerci nella giusta direzione per permetterci di investigare e di sperimentare ciò che egli ha sperimentato.

Tutte le teorie essenziali che ha insegnato, come che il mondo è solamente una creazione mentale o una proiezione dei nostri pensieri, hanno l’intenzione di dirigerci a investigare noi stessi – cioè, a cercare di sperimentare noi stessi come siamo realmente tentando di focalizzare la nostra intera attenzione solamente su noi stessi. Se ogni cosa che sperimentiamo diversa da noi stessi è soltanto un’illusione creata e sperimentata solo dalla nostra mente, continuando a dare attenzione a quella illusione stiamo solo perpetuando la nostra illusione – l’illusione di essere questa mente. Se solo noi siamo reali, possiamo sperimentare ciò che è reale solo cercando di sperimentare ciò che noi stessi siamo.

Quando dici, ‘Il fatto che questo mondo è un sogno, è tutta teoria finché non è sperimentata e quindi Bhagavan ci chiede non di credere ma di praticare e scoprire personalmente cos’è il vero stato della realtà’, questo è parzialmente e non del tutto vero. Sì, egli ci consiglia di ‘praticare e scoprire da soli cos’è il vero stato della realtà’, ma non è del tutto vero dire che non ci ha chiesto di credere.

Egli ci ha consigliato di non accontentarci del solo credere, e di non credere a ciò che non conosciamo, ma analizzando la nostra esperienza di noi stessi e di altre cose, ci diede valide ragioni per credere almeno sperimentalmente alle teorie che ci ha insegnato. Se crediamo in ciò che ci ha insegnato, comprenderemo che il solo credere non è sufficiente, perché i credi sono solo idee, così esistono solo nel reame della mente, che è un prodotto della nostra auto-ignoranza. Quindi se crediamo sperimentalmente in ciò che ci ha insegnato, il nostro credo ci costringerà a investigare noi stessi per sperimentarci come siamo realmente.

Riguardo alle tue domande su ‘dolore, paura, rabbia, disperazione che sorgono quando vediamo quanta mancanza di controllo abbiamo sulle nostre vite e sul mondo attorno a noi’ e la ‘sofferenza che il mondo intero sta attraversando, gruppi radicali che terrorizzano le persone, le condizioni atmosferiche fuori controllo, l’ingordigia, la povertà, la malattia, la paura e avanti senza fine’, tutta la confusione, l’egoismo e tutti gli altri difetti che vediamo nel mondo sono un riflesso della confusione, dell’egoismo e degli altri difetti che esistono all’interno di noi finché sperimentiamo noi stessi come un ego. Quindi l’unica soluzione a tutti questi problemi è che investighiamo noi stessi per scoprire se siamo realmente l’ego che ora sembriamo essere.

Secondo Sri Ramana, se perseveriamo nell’investigare noi stessi fino a che ci sperimentiamo come siamo realmente, scopriremo che non siamo questo ego. Poiché l’ego è solo un’esperienza irreale e illusoria di noi stessi, non può esistere quando ci sperimentiamo come siamo realmente, e poiché ogni altra cosa che ora sperimentiamo esiste solo nella visione auto-ignorante di questo ego illusorio, esso scomparirà come un sogno quando ci sveglieremo sperimentando ciò che siamo realmente.

Chiedi, ‘Come siamo entrati in questo terribile sogno? Ha uno scopo?’ Ciò che sta sperimentando questo terribile sogno è solo il nostro ego, così se investighiamo noi stessi e scopriamo che non siamo questo ego, con questo scopriremo che non abbiamo mai realmente sperimentato alcun sogno, terribile o meno.

Chiedere come siamo entrati in questo terribile sogno è come chiedere com'è apparso un serpente sul sentiero di fronte a noi. Se guardiamo attentamente a quello che sembra un serpente, vedremo che non è realmente un serpente ma solo una corda, così qualunque domanda abbiamo fatto sul serpente sarà resa non valida e senza senso, perché non c'è mai stato un serpente di cui chiedere. Nello stesso modo, se guardiamo attentamente a noi stessi, l’ego che sperimenta questo terribile sogno, scopriremo che non siamo realmente questo ego ma solo pura e infinita auto-consapevolezza, che mai sperimenta qualcosa diversa da se stessa, così qualunque domanda abbiamo fatto sull’ego o su ciò che esso ha sperimentato sarà quindi resa non valida e senza senso, perché non c'è mai stato alcun ego (o alcun terribile sogno che esso ha sperimentato) di cui chiedere.

Questo terribile sogno non ha scopo, perché non esiste realmente, ma finché sembra esistere (cioè, finché sperimentiamo noi stessi come l’ego che lo sperimenta), possiamo dire che il suo solo scopo è quello di spingerci a investigare noi stessi e quindi a sperimentare ciò che siamo realmente.

Chiedi anche, ‘Chi ha messo te e Bhagavan nel mio sogno? A un qualche livello l’ho fatto io così che potessi ricevere aiuto per svegliarmi e non essere perduto per sempre nel sogno?’ Sì, in un certo senso questo è vero. Qualunque cosa sperimentiamo in un sogno è una proiezione di ciò che è già all’interno di noi, proprio come qualsiasi cosa vediamo su uno schermo di un cinema è una proiezione che ciò che è nel proiettore. Tuttavia il proiettore non solo proietta le immagini della pellicola che sta scorrendo in esso, ma proietta anche la sua luce. Sri Ramana e i suoi insegnamenti sono come la luce proiettata sullo schermo, mentre ogni altra cosa che vi appare sopra è solo una proiezione delle immagini della pellicola. In questa analogia, la luce rappresenta la pura consapevolezza o auto-consapevolezza che siamo realmente, così Sri Ramana e i suoi insegnamenti sono una proiezione del nostro sé reale, e la ragione per cui sono proiettati è solo quella di rivolgerci interiormente per sperimentare noi stessi come siamo realmente.

Riguardo la tua affermazione finale, ‘C’è così tanta rabbia quando vedo lo stato disperato in cui è il mondo […]. Ho cercato un significato per tutta la mia vita ma sto perdendo la speranza’, finché cerchiamo un significato o uno scopo all’esterno di noi, saremo certamente delusi e frustrati, perché non c’è reale significato o scopo in qualsiasi cosa esteriore, poiché ogni cosa diversa da noi stessi è solo un’espansione del nostro ego, che è esso stesso un’illusione – qualcosa che sembra esistere ma non esiste realmente.

Poiché il mondo è solo un’espansione o una creazione del nostro ego, non può mai essere perfetto. Se è risolto un problema nel mondo, un altro apparirà al suo posto, così quando noi o chiunque altro cerca di risolvere i problemi del mondo è come se cercasse di dare la caccia alla propria ombra. Per quanto possiamo correre veloce dietro alla nostra ombra, essa correrà ugualmente veloce lontano da noi, così finiremo per essere non più vicini a essa di quanto lo eravamo quando abbiamo iniziato, mentre se le voltiamo le spalle e torniamo a casa, la nostra ombra ci seguirà. Nello stesso modo, per quanti problemi nel mondo possiamo cercare di risolvere, ci saranno sempre più problemi da risolvere, così anche se sembriamo riuscire a risolvere qualche problema, finiremo nel vedere tanti problemi quanti ce n’erano quando abbiamo iniziato a risolverli, mentre se ignoriamo il mondo e tutti i suoi problemi e invece investighiamo solo noi stessi, il mondo e tutti i suoi problemi cesseranno e scompariranno insieme con il nostro ego.

Quindi non c’è utilità nell’arrabbiarsi o turbarsi per il mondo, perché dando attenzione al mondo stiamo perpetuando l’illusione fondamentale di essere questo ego. Se vogliamo arrabbiarci con qualcosa, dovremmo arrabbiarci solo con noi stessi per sorgere come questo ego e quindi aver creato l’apparenza di questo mondo. Tuttavia, anche tale rabbia è utile solo se ci motiva a rivolgere la nostra attenzione interiormente per investigare se siamo realmente l’ego che ora sembriamo essere.

Questo è il motivo per cui Sri Ramana ci insegna che questo mondo è solo un’illusione, come ogni altro mondo che vediamo in un sogno, e che dovremmo quindi cercare di investigare ciò che è reale, che è solo noi stessi. Un mondo appare nella veglia, un altro mondo appare nel sogno, e nessun mondo appare nel sonno, ma in tutti questi tre stati noi esistiamo e sperimentiamo la nostra esistenza, ‘io sono’, così noi solo siamo reali, e ogni altra cosa è solo un’apparenza transitoria o un’illusione. Quindi ciò che dovremmo investigare è solo noi stessi.

Se riusciamo a sperimentare noi stessi come siamo realmente, allora conosceremo personalmente se questo ego e questo mondo esistono realmente o solo sembrano esistere quando sperimentiamo noi stessi come ogni cosa diversa da ciò che siamo realmente. Fino allora, è meglio presupporre che l’ego e il mondo non sono reali, o almeno riconoscere che la loro apparente realtà è nella migliore delle ipotesi dubbia e non affidabile.

Ogni cosa che sperimentiamo diversa da noi stessi è di dubbia realtà, ma ci sono due fatti che possiamo conoscere con certezza anche ora. Il primo fatto che conosciamo con certezza è che io sono, perché se io non fossi esistito non avrei potuto sperimentare alcuna cosa, reale o illusoria. Il secondo fatto che conosciamo con certezza è che al momento siamo confusi su cosa io sono, perché anche se certamente io esisto, ora sperimento me stesso come se fossi un corpo e una mente particolari, mentre nel sogno sperimento me stesso come se fossi qualche altro corpo (creato dalla mente), e nel sonno sperimento me stesso senza sperimentare alcun corpo o mente. Poiché non posso essere qualcosa che non sperimento sempre come me stesso, non posso essere né questo o qualche altro corpo o mente, così il fatto che ora sperimento me stesso come questo corpo e mente prova che ora non sperimento me stesso come sono realmente.

Quando impariamo da Sri Ramana come analizzare in questo modo la nostra esperienza di noi stessi nei tre stati alternanti, ci diviene chiaro che il nostro principale interesse dovrebbe ora essere investigare noi stessi cercando di sperimentarci come siamo realmente. Finché sperimentiamo qualcosa diversa da noi stessi, come facciamo sia nella veglia che nel sogno, confondiamo noi stessi con un corpo e una mente, anche se questi non possono essere ciò che siamo realmente, così per sperimentarci come siamo realmente, dovremmo cercare di sperimentare solamente noi stessi, in completo isolamento da ogni altra cosa, inclusi ogni corpo o mente. Questo è il motivo per cui Sri Ramana ci ha insegnato che per sperimentare noi stessi come siamo realmente, dobbiamo cercare di dare attenzione solamente a noi stessi, escludendo ogni altra cosa dalla nostra esperienza o consapevolezza.

Cerchiamo quindi di seguire al meglio questa semplice pratica di auto-attentività insegnata da Sri Ramana, e perseveriamo nei nostri tentativi finché riusciamo finalmente a sperimentare chiaramente noi stessi, in completo isolamento da ogni altra cosa. Fino allora, non perdiamo la speranza, perché Sri Ramana ci ha assicurato che se perseveriamo pazientemente e con ferma determinazione, non saremo delusi, ma, prima o poi, riusciremo sicuramente. Come egli disse nel dodicesimo paragrafo di Nāṉ Yār?:
கடவுளும் குருவும் உண்மையில் வேறல்லர். புலிவாயிற் பட்டது எவ்வாறு திரும்பாதோ, அவ்வாறே குருவினருட்பார்வையிற் பட்டவர்கள் அவரால் ரக்ஷிக்கப்படுவரே யன்றி யொருக்காலும் கைவிடப்படார்; எனினும், குரு காட்டிய வழிப்படி தவறாது நடக்க வேண்டும்.

kaḍavuḷ-um guru-v-um uṇmaiyil vēṟallar. puli-vāyil paṭṭadu evvāṟu tirumbādō, avvāṟē guruviṉ-aruḷ-pārvaiyil paṭṭavargaḷ avarāl rakṣikka-p-paḍuvarē y-aṉḏṟi y-oru-k-kāl-um kaiviḍa-p-paḍār; eṉiṉum, guru kāṭṭiya vaṙi-p-paḍi tavaṟādu naḍakka vēṇḍum.

In realtà Dio e guru non sono differenti. Proprio come quella [preda] che è stata presa nelle fauci di una tigre non farà ritorno, nello stesso modo coloro che sono stati presi nello sguardo della grazia del guru saranno da lui sicuramente salvati e mai saranno abbandonati; nondimeno, è necessario procedere infallibilmente secondo il sentiero che il guru ha mostrato.

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