Om Namo Bhagavate Sri Arunachalaramanaya

domenica 5 marzo 2017

Cos’è il vero ‘guru vivente’, e cos’è lo sguardo della sua grazia?

Michael James

5 Marzo 2017
What is the real ‘living guru’, and what is the look of its grace?

Un amico mi ha scritto recentemente chiedendo ‘è davvero non necessario avere un guru vivente se uno apre realmente sé stesso a Sri Ramana, e cerca come meglio può di vivere gli insegnamenti con devozione e sincerità?’, a cui ho risposto:

Un guru vivente è assolutamente necessario, ma cos’è il ‘guru’ e come potrebbe non essere vivente? Contrariamente al credo popolare, il guru non è una persona, e quindi ‘guru vivente’ non significa un corpo vivente. Il guru non è fisico ma spirituale, perché è la realtà infinita e sempre vivente, che è sempre risplendente nel nostro cuore come pura auto-consapevolezza, ‘io’, il nostro sé reale.

Come Bhagavan diceva spesso, Dio, guru e sé sono uno e non differenti, e questo è il significato reale del concetto Cristiano della Trinità (il Padre = Dio, il Figlio = il guru, e lo Spirito Santo = il sé). Quando sorgiamo come questo ego, separiamo apparentemente noi stessi dall’unico tutto infinito che siamo realmente, così concepiamo quel tutto infinito come Dio, l’onnisciente, onnipotente e onniamorevole Signore dell’universo. Quando la nostra ricerca della felicità nelle cose del mondo è ripetutamente frustrata e delusa, sviluppiamo gradualmente amore per Dio, considerandolo la sola sorgente della reale felicità, e quindi cerchiamo di avvicinarci a lui, per ridurre o anche rimuovere interamente la nostra separazione da lui.

Tuttavia, poiché lo consideriamo qualcosa diversa da noi stessi, i nostri sforzi per raggiungerlo sono diretti all’esterno, lontano da noi stessi, così egli appare in forma umana come il guru per insegnarci che egli è il nostro sé e che per raggiungerlo dobbiamo rivolgerci all’interno e sprofondare e fonderci nella pura auto-consapevolezza che siamo realmente. Una volta che il guru ci ha insegnato questo, la sua umana forma ha servito il suo scopo, e poiché ogni forma umana ha una durata di vita limitata, essa giunge inevitabilmente a un termine, ma i suoi insegnamenti rimangono, e tutto ciò che abbiamo bisogno di fare è seguire questi insegnamenti cercando il Dio/guru/sé all’interno di noi stessi.

Questo è inteso chiaramente da Bhagavan nel dodicesimo paragrafo di Nāṉ Yār?:
கடவுளும் குருவும் உண்மையில் வேறல்லர். புலிவாயிற் பட்டது எவ்வாறு திரும்பாதோ, அவ்வாறே குருவினருட்பார்வையிற் பட்டவர்கள் அவரால் ரக்ஷிக்கப்படுவரே யன்றி யொருக்காலும் கைவிடப்படார்; எனினும், குரு காட்டிய வழிப்படி தவறாது நடக்க வேண்டும்.

kaḍavuḷ-um guru-v-um uṇmaiyil vēṟallar. puli-vāyil paṭṭadu evvāṟu tirumbādō, avvāṟē guruviṉ-aruḷ-pārvaiyil paṭṭavargaḷ avarāl rakṣikka-p-paḍuvarē y-aṉḏṟi y-oru-k-kāl-um kaiviḍa-p-paḍār; eṉiṉum, guru kāṭṭiya vaṙi-p-paḍi tavaṟādu naḍakka vēṇḍum.

Dio e guru sono in realtà non differenti. Proprio come ciò che è stato catturato nelle fauci di una tigre non farà ritorno, coloro che sono stati catturati nello sguardo [o occhiata] della grazia del guru saranno da lui sicuramente salvati e non saranno mai abbandonati; nondimeno, è necessario camminare sicuramente lungo il sentiero che il guru ha mostrato.
‘குருவினருட்பார்வையிற் பட்டது’ (guruviṉ-aruḷ-pārvaiyil paṭṭadu), ‘essere catturato nello sguardo [o occhiata] della grazia del guru’, significa essere ammaliati dal suo amore e dagli insegnamenti che egli ci ha dato così amorevolmente per salvarci dalla miseria dell’auto-ignoranza, così questo non dipende dal nostro essere alla presenza fisica della sua forma umana, perché la sua grazia è amore infinito, che sempre risplende silenziosamente nel nostro cuore, e non è quindi in nessun modo limitata dalla sua forma umana. Perciò se noi siamo attratti dagli insegnamenti di Bhagavan, siamo stati catturati nello sguardo della sua grazia, anche se non abbiamo mai avuto l’opportunità (almeno nella nostra vita attuale) di essere alla sua presenza fisica o di essere visti dai suoi occhi fisici.

Il suo occhio reale è pura auto-consapevolezza, attraverso la quale egli ci sta sempre vedendo come siamo realmente, così tutto ciò che abbiamo bisogno di fare è guardare attraverso lo stesso occhio per vedere noi stessi come egli ci vede. Questo è il motivo per cui egli ha concluso questo paragrafo dicendo ‘எனினும், குரு காட்டிய வழிப்படி தவறாது நடக்க வேண்டும்’ (eṉiṉum, guru kāṭṭiya vaṙi-p-paḍi tavaṟādu naḍakka vēṇḍum), che significa ‘nondimeno, è necessario camminare sicuramente lungo il sentiero che il guru ha mostrato’.

La forma umana del guru è solo la sua manifestazione esteriore, ma la forma reale del guru è la nostra auto-consapevolezza fondamentale, così sebbene la sua forma esteriore svanisce, il guru vive eternamente come pura auto-consapevolezza, che sola è reale. Quindi il ‘guru vivente’ è la nostra pura auto-consapevolezza, così se vogliamo seguire il guru vivente dobbiamo smettere di cercare forme esteriori di ciò che sempre esiste all’interno di noi come noi stessi, e dobbiamo invece dirigere tutto il nostro amore e lo sforzo nel rivolgerci interiormente per conoscere chi sono io.

Quindi la risposta alla tua domanda è che ‘se uno apre realmente sé stesso a Sri Ramana, e cerca come meglio può di vivere gli insegnamenti con devozione e sincerità’, è stato già catturato nello sguardo della sua grazia e sta camminando lungo il sentiero che egli ha mostrato, così egli è realmente il nostro guru sempre vivente, e dunque non abbiamo bisogno di alcun altro ‘guru vivente’.


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