Om Namo Bhagavate Sri Arunachalaramanaya

giovedì 4 maggio 2017

Esiste qualcosa indipendentemente dalla nostra percezione di esso?

Michael James

2 Maggio 2017
Does anything exist independent of our perception of it?

In un commento al mio articolo precedente, Perché ci è richiesto sforzo per approfondire la nostra pratica di auto-investigazione?, un amico di nome Samarender Reddy ha chiesto:
Prendiamo il caso dell’anestesia. Io posso essere sottoposto ad una operazione chirurgica, per cui è data l'anestesia. Sotto l’influenza dell’anestesia, io sono inconsapevole o non percepisco il mondo. Ma una volta che l’operazione è eseguita, l’anestetico si esaurisce e io mi sveglio, posso vedere una grande cicatrice con punti sul mio addome. Di conseguenza posso concludere che durante l’anestesia il mondo esisteva dato che l’operazione ha avuto luogo anche se non lo stavo percependo a causa dell’effetto dell’anestesia. Altrimenti, come reputare il fatto della cicatrice sull’addome, ed il conseguente sollievo dal dolore che prima potevo sperimentare. Se il mondo non esisteva quando ero sotto anestesia, allora come ha avuto luogo l’operazione, come provato dalla cicatrice e dal sollievo dai sintomi, e forse, diciamo, anche da un campione della mia cistifellea rimossa. E se noi in questo modo ammettiamo che durante l'anestesia il mondo esisteva, allora in modo analogo possiamo concludere che il mondo esiste anche durante il sonno profondo. La percezione non è il solo mezzo con cui stabilire un fatto, essendo precisamente la deduzione e la testimonianza verbale gli altri mezzi di conoscenza per stabilire un fatto. Nel caso dell’anestesia e del sonno profondo, mentre non posso ricorrere alla percezione come un mezzo di conoscenza per stabilire il fatto dell’esistenza del mondo durante questi stati, sicuramente la deduzione (per quanto riguarda causa ed effetto) e la testimonianza verbale di altri possono condurmi a concludere che durante l’anestesia e il sonno profondo il mondo esiste davvero, giusto?
In risposta a questo ho scritto il commento seguente:
Samarender, noi traiamo deduzioni dall’evidenza, ma quando facciamo questo abbiamo bisogno di essere critici dell’evidenza, della nostra interpretazione di essa e della logica con cui traiamo deduzioni da essa, perché se non facciamo questo, siamo soggetti a trarre deduzioni errate o ad essere indebitamente sicuri di qualunque deduzione ci accade di trarre.

Nel tuo ultimo commento offri alcune evidenze ipotetiche (come la cicatrice che possiamo vedere sul nostro addome al risveglio dall’anestesia e il sollievo dal dolore che prima potevamo sentire) e suggerisci che da questa evidenza possiamo dedurre che mentre eravamo sotto anestesia il mondo esisteva. Ma come possiamo essere sicuri che questa deduzione sia corretta? In un sogno possiamo vedere un edificio e possiamo dedurre che esso sia stato costruito da qualche persona, e che quelle persone devono aver lavorato per qualche tempo per costruirlo, e questa sarebbe una deduzione perfettamente ragionevole se presupponessimo di non stare sognando. Ma siamo giustificati a presupporre che non stiamo sognando?

Mentre sogniamo normalmente presupponiamo che non stiamo sognando, e anche se mettiamo in discussione questo presupposto, il mondo di sogno in quel momento ci sembra ancora reale quanto questo mondo ora ci sembra essere. Quindi siamo giustificati nel presupporre che ora non stiamo sognando, o siamo mai giustificati nel presupporre che non stiamo sognando?

Se il nostro stato attuale (e anche ogni altro stato in cui percepiamo ogni tipo di fenomeno) è solo un sogno, come Bhagavan dice che è, allora qualunque cosa percepiamo è solo una nostra proiezione mentale e non esiste indipendentemente dalla nostra percezione di essa, nel qual caso la deduzione che suggerisci, che possiamo trarre da qualsiasi evidenza che possiamo percepire dopo esserci svegliati dall’anestesia, non può essere corretta.

Ogni evidenza che possiamo offrire per provare che il nostro stato attuale non è un sogno potrebbe essere una prova adeguata solo se il nostro stato attuale non fosse realmente un sogno, così non possiamo dedurre che non è un sogno senza presupporre che non lo è. Quindi ogni argomentazione che qualcuno può offrire per sostenere l’affermazione che questo non è un sogno comporterebbe un ragionamento circolare, e tali argomentazioni sono ciò che è tecnicamente chiamato 'petizione di principio' [risposta con la premessa o dare per scontata una risposta] che è un termine usato per descrivere l’errore logico in cui un’affermazione (una deduzione o la conclusione di una discussione) è presupposta vera e questo presupposto è usato come una premessa implicita o esplicita per provare o almeno sostenere l’affermazione stessa.

Poiché non possiamo essere sicuri che il nostro stato attuale non è un sogno, e poiché non abbiamo prova per supportare l’affermazione che esso è qualunque cosa tranne che un sogno, non c’è una giustificazione adeguata perché possiamo presupporre che qualunque cosa percepiamo è qualcosa diversa dalla nostra proiezione mentale o che esiste indipendentemente dalla nostra percezione di essa. Quindi, poiché la testimonianza verbale di altri ed anche i principi di causa ed effetto sono tutti fenomeni percepiti da noi, non dovremmo presupporre che essi esistono quando non li percepiamo, come nel sonno o quando siamo presumibilmente sotto l’effetto di un’anestesia generale.

La deduzione che cerchi di trarre nel tuo commento è di conseguenza ingiustificata. Se ogni cosa che percepiamo è solo un sogno, la cicatrice sul tuo addome, il sollievo dal dolore, il campione della tua cistifellea, la testimonianza verbale di altri, le leggi di causa ed effetto, e ogni altra prova che puoi trovare sono solo tue proiezioni mentali e quindi sembrano esistere solo quando le percepisci e non quando sei nel sonno o in ogni altro stato in cui non percepisci fenomeni.
Samarender in risposta a questo ha poi scritto un altro commento:
Comprendo che la vita di veglia potrebbe anche essere, e per quanto si dice, simile al sogno. Tuttavia, è un po’ difficile credere che non è stata fatta nessuna operazione nonostante ho finito per avere una cicatrice. Immagina dire al dottore, “Spiacente amico, non ti darò l’onorario perché come potresti avermi operato quando il mondo non esisteva una volta che mi hai dato l’anestesia”. Perché se io fossi il dottore o quello che ha amministrato l’anestesia, vedrei che il mondo non scompare quando do l’anestesia a un paziente. Ma so cosa dirai. Tu dirai che dal punto di vista del dottore esso non scompare ma dal punto di vista del paziente scompare. In qualche modo, trovo troppo inverosimile credere che il mondo scompare nel momento che qualcuno mi somministra l’anestesia, sebbene ammetto che dal mio punto di vista o nella mia esperienza esso non esiste. C’è una distinzione tra Ishvara-srishti e jiva-srishti, a cui anche Bhagavan ha fatto allusione in un’analogia che ha fatto di un padre che riceve la notizia falsa che suo figlio è morto. Inoltre, Bhagavan dice in un punto che nell’analisi Avasthatraya, lo scopo deve essere mantenuto nella visione e non si dovrebbe accentuare le differenze tra il sogno e la vita di veglia, lasciando intendere quindi che ci sono alcune differenze tra la vita di veglia e i sogni. Da Talks 399: “Ci sono differenti metodi di approccio per provare l’irrealtà dell’universo. L’esempio del sogno è uno tra essi. Jagrat, svapna e sushupti sono tutti trattati in modo elaborato nelle scritture perché la Realtà che li sottende possa essere rivelata. Non è inteso accentuare differenze tra i tre stati. Lo scopo deve essere mantenuto chiaramente nella visione”.
Ciò che segue è la mia risposta a questo:
  1. La proposizione che il mondo può non esistere quando non lo percepiamo è inverosimile quanto può sembrare?
  2. Anche se questo mondo può essere un sogno, noi dovremmo agire in esso come se fosse reale
  3. C’è qualche differenza significativa tra il nostro stato attuale e il sogno?
  4. Nāṉ Yār? paragrafo 4: questo mondo è una proiezione mentale, così non esiste indipendentemente dalla nostra percezione di esso
  5. Ciò che esiste realmente è perfetto, così l’imperfezione si trova solo nella nostra percezione erronea di esso
  6. Nāṉ Yār? paragrafo 18: non c’è differenza sostanziale tra la veglia e il sogno
  7. Se ciò che ora prendiamo come la veglia è realmente solo un altro sogno, niente che noi percepiamo esiste indipendentemente dalla nostra percezione di esso
  8. Poiché niente altro che noi stessi è certamente reale, dovremmo focalizzarci nell’investigare ciò che siamo realmente


1. La proposizione che il mondo può non esistere quando non lo percepiamo è inverosimile quanto può sembrare?

Samarender, tu dici che trovi ‘troppo inverosimile’ credere che il mondo scompare (nel senso di cessare di esistere) nel momento in cui sei anestetizzato. Ma presumibilmente non trovi affatto inverosimile credere che il mondo che percepisci in un sogno cessa di esistere appena cessi di percepirlo, così la proposizione che questo mondo, nello stesso modo, cessa di esistere appena cessi di percepirlo (cioè, appena cessi di essere in questo stato attuale) ti sembra inverosimile solo perché presupponi che questo stato attuale non sia un sogno. Tuttavia secondo Bhagavan è solo un sogno, come lo è ogni altro stato in cui sperimentiamo noi stessi come un corpo e di conseguenza percepiamo un mondo, e come ho spiegato nella mia risposta precedente, non abbiamo una prova adeguata o altra ragione (tranne forse il pensiero di desiderio) per credere che questo è realmente qualcosa diversa da un sogno.

2. Anche se questo mondo può essere un sogno, noi dovremmo agire in esso come se fosse reale

Tu sostieni che quando il mondo cessa di esistere nella nostra visione, come nel sonno o quando siamo anestetizzati, esso non cessa di esistere nella visione di altri, ma questi altri sono parte del mondo la cui esistenza, ogni volta che non lo percepiamo, è in questione, così la testimonianza di altri che noi percepiamo solo nel nostro stato attuale non è una evidenza adeguata per provare che questo mondo esisteva anche quando non eravamo in questo stato. In un sogno le persone che percepiamo possono testimoniare che essi e il mondo di cui essi sono una parte continua ad esistere anche quando siamo nel sonno o anestetizzati, ma sebbene possiamo credere alla loro testimonianza finché rimaniamo in quel sogno, appena ci svegliamo riconosceremmo che la loro testimonianza non provava davvero nulla, perche essi, la loro testimonianza ed il mondo riguardo al quale essi hanno testimoniato erano tutte invenzioni create dalla nostra mente sognante. Nello stesso modo, se il nostro stato attuale è un sogno, tutte le altre persone che percepiamo in esso sono solo invenzioni create dalla nostra mente sognante e quindi la loro testimonianza riguardo l’esistenza di questo mondo che continua quando non siamo in questo stato non prova nulla.

Finché stiamo sognando, percepiamo noi stessi come una persona (un corpo) che è parte del nostro sogno, così abbiamo bisogno di giocare il nostro ruolo nel sogno come se fosse reale, perché è reale come la persona che in quel momento sembriamo essere. Tuttavia, sebbene abbiamo bisogno di comportarci esteriormente nel sogno come se il mondo di sogno e tutte le persone in esso fossero reali, dovremmo dubitare interiormente e cercare di accertarci se qualsiasi cosa percepiamo in quello stato è reale, e possiamo accertarci di questo solo investigando la realtà di noi stessi, chi percepisce tutto ciò.

Poiché ora sperimentiamo noi stessi come un corpo e di conseguenza come parte di questa apparenza del mondo, ovviamente dobbiamo interagire con questo mondo come se fosse reale (poiché è reale quanto il corpo che ora prendiamo per noi stessi), così da parte nostra sarebbe folle dire al dottore che lui o lei non può averci operato dal momento che il mondo non esisteva quando eravamo anestetizzati. Finché percepiamo questa apparenza del mondo, sperimentiamo noi stessi come una persona, che è parte di esso, così è reale quanto la persona che ora sembriamo essere, e poiché l’ipotetica continuità di questa apparenza del mondo, nel nostro sonno o quando siamo anestetizzati, è essa stessa una parte integrante di questa apparenza del mondo, dovremmo comportarci in questo mondo come se esiste anche quando non lo percepiamo.

Tuttavia, sebbene dovremmo agire in questo mondo come se credessimo alla sua esistenza continuativa nel nostro sonno o in ogni altro stato in cui non lo percepiamo, dovremmo interiormente dubitare che ogni volta che non lo percepiamo esso esista realmente. Poiché tutte le nostre azioni (cioè, le azioni del corpo e della mente che prendiamo come noi stessi) sono parte di questo sogno, esse dovrebbe essere in accordo con la sua realtà apparente, così quando Bhagavan ci ha insegnato che questo mondo non è più reale di qualunque mondo possiamo percepire in ogni altro sogno, ciò che intendeva non era che dovremmo cessare di comportarci esteriormente come se esso fosse reale ma solo che dovremmo distaccarci interiormente da esso rivolgendo la nostra mente all’interno per investigare cosa noi stessi siamo realmente.

3. C’è qualche differenza significativa tra il nostro stato attuale e il sogno?

Nella mia risposta precedente ho scritto che ogni tentativo di provare che il nostro stato attuale non è un sogno comporterebbe un ragionamento circolare, perché ogni argomentazione che questo non è un sogno, comporterebbe l’usare il presupposto che esso non è un sogno, come una premessa implicita o esplicita, e quindi sarebbe dare per scontata la risposta. Tuttavia, forse non ho spiegato questo abbastanza chiaramente, così ora cercherò di spiegarlo più chiaramente.

Per provare che il nostro stato attuale non è un sogno abbiamo bisogno di trovare una o più differenze significative tra questo stato e un sogno, ma qualunque differenza possiamo definire significativa lo sembrerebbe essere solo se presupponessimo che questo non è un sogno, perché se questo fosse un sogno, sarebbe solo una differenza tra un sogno e un altro. Per esempio, se sostenessimo che il nostro stato attuale si ripete giorno dopo giorno e lo sta facendo dal tempo che possiamo ricordare, mentre i sogni non si ripetono in questo modo, la premessa che i sogni non si ripetono in questo modo sarebbe basata sul presupposto che il nostro stato attuale non è un sogno, perché se fosse un sogno, allora questo sarebbe l’esempio di un sogno che non si ripete in questo modo.

Inoltre, ogni volta che stiamo sognando sembriamo essere svegli, così sembriamo avere ricordi che si estendono fino alla nostra prima infanzia, e il nostro sogno sembra essere uno stato che si ripete giorno dopo giorno. Quindi è solo dalla nostra prospettiva nel nostro stato attuale che altri sogni sembrano essere differenti da questo stato, perché mentre sogniamo il nostro sogno corrente sembra essere reale, e tutti gli altri sogni sembrano essere irreali.

Cosa generalmente consideriamo la differenza fondamentale tra il nostro stato attuale (che sempre sembra essere la veglia finché lo sperimentiamo) e il sogno? Noi tutti generalmente crediamo che qualunque cosa sperimentiamo in un sogno è solo una creazione della nostra mente e quindi non esiste indipendentemente dalla nostra percezione di esso, mentre il mondo che percepiamo nel nostro stato attuale non è solo una creazione della nostra mente e quindi esiste indipendentemente dalla nostra percezione di esso. Tuttavia, come possiamo sapere se qualsiasi cosa che percepiamo esiste indipendentemente dalla nostra percezione di esso, e come possiamo essere sicuri che il nostro stato attuale non è solo una creazione della nostra mente?

Poiché sappiamo dalla nostra esperienza nel sogno che la nostra mente è in grado di proiettare un corpo, che simultaneamente sperimenta come sé stessa, e di proiettare e percepire un mondo attraverso i cinque sensi di quel corpo, perché dovremmo supporre che il corpo che ora sperimentiamo come noi stessi e il mondo che percepiamo attraverso i cinque sensi di questo corpo non sono ugualmente una proiezione della nostra mente? Finché stiamo sognando il corpo e il mondo che proiettiamo e percepiamo in quel sogno sembrano essere reali come questo corpo e mondo sembrano esserlo finché stiamo sperimentando questo stato, così la nostra mente non è solo in grado di proiettare e percepire un corpo e un intero mondo ma è anche in grado di illudere sé stessa nel credere che quel corpo è sé stessa e che quel mondo è reale. Quindi quale prova abbiamo per sostenere la nostra convinzione profondamente radicata che questo corpo e questo mondo attuale non sono solo proiezioni mentali come quelle che percepiamo in ogni altro sogno?

4. Nāṉ Yār? paragrafo 4: questo mondo è una proiezione mentale, così non esiste indipendentemente dalla nostra percezione di esso

Se il nostro stato attuale è solo un sogno, come Bhagavan dice che è, allora questo intero mondo (incluso qualunque corpo ora sembriamo essere) è solo una nostra proiezione mentale e quindi non esiste indipendentemente dalla nostra percezione di esso. Sebbene esso sembra esistere finché lo percepiamo, non esiste realmente, così la sua esistenza apparente è interamente dipendente dalla nostra percezione di esso, e quindi quando non lo percepiamo esso non esiste. Questo è il motivo per cui Bhagavan ha scritto nel quarto paragrafo di Nāṉ Yār?:
நினைவுகளைத் தவிர்த்து ஜகமென்றோர் பொருள் அன்னியமா யில்லை. தூக்கத்தில் நினைவுகளில்லை, ஜகமுமில்லை; ஜாக்ர சொப்பனங்களில் நினைவுகளுள, ஜகமும் உண்டு. சிலந்திப்பூச்சி எப்படித் தன்னிடமிருந்து வெளியில் நூலை நூற்று மறுபடியும் தன்னுள் இழுத்துக் கொள்ளுகிறதோ, அப்படியே மனமும் தன்னிடத்திலிருந்து ஜகத்தைத் தோற்றுவித்து மறுபடியும் தன்னிடமே ஒடுக்கிக்கொள்ளுகிறது.

niṉaivugaḷai-t tavirttu jagam-eṉḏṟōr poruḷ aṉṉiyam-āy illai. tūkkattil niṉaivugaḷ illai, jagam-um illai; jāgra-soppaṉaṅgaḷil niṉaivugaḷ uḷa, jagam-um uṇḍu. silandi-p-pūcci eppaḍi-t taṉṉiḍamirundu veḷiyil nūlai nūṯṟu maṟupaḍiyum taṉṉuḷ iṙuttu-k-koḷḷugiṟadō, appaḍiyē maṉam-um taṉṉiḍattilirundu jagattai-t tōṯṟuvittu maṟupaḍiyum taṉṉiḍamē oḍukki-k-koḷḷugiṟadu.

Ad esclusione dei pensieri [o idee], non c’è separatamente una cosa come il mondo. Nel sonno non ci sono pensieri, e [di conseguenza] anche non c’è mondo; nella veglia e nel sogno ci sono pensieri, e [di conseguenza] c’è anche un mondo. Proprio come un ragno produce il filo da dentro sé stesso e di nuovo lo ritrae in sé stesso, così la mente proietta il mondo da dentro sé stessa e di nuovo lo dissolve in sé stessa.
5. Ciò che esiste realmente è perfetto, così l’imperfezione si trova solo nella nostra percezione erronea di esso

Riguardo a ciò che hai scritto su īśvara-sṛṣṭi e jīva-sṛṣṭi, Bhagavan qualche volta ha detto (in modo particolare a coloro che non erano disposti ad accettare che questo mondo è solo una proiezione mentale e che quindi credevano che esso è realmente creato da Dio) che īśvara-sṛṣṭi (la creazione di Dio) è perfetta e che l’imperfezione si trova solo in jīva-sṛṣṭi (la creazione dell’ego), così ciò che abbiamo bisogno di rettificare non è il mondo ma solo noi stessi, questo ego, chi vede il mondo come imperfetto. Tuttavia, il significato interiore di questo è che ciò che in questo contesto è metaforicamente chiamato ‘īśvara-sṛṣṭi’ è proprio ciò che esiste realmente (che è solo ātma-svarūpa, la ‘forma propria’ o reale natura di sé stessi, come egli dice nella prima frase del settimo paragrafo di Nāṉ Yār?), e che ciò che esiste (uḷḷadu) sembra essere imperfetto solo perché siamo sorti come un ego o jīva e di conseguenza percepiamo erroneamente l’unico tutto infinito e indivisibile come gli innumerevoli fenomeni limitati che costituiscono ciò che percepiamo come il mondo.

6. Nāṉ Yār? paragrafo 18: non c’è differenza sostanziale tra la veglia e il sogno

Tu sostieni che ‘ci sono alcune differenze tra la vita di veglia e i sogni’, ma sebbene possono sembrare esserci alcune differenze superficiali, non ci sono differenze sostanziali, e anche le differenze superficiali sembrano esistere solo perché noi supponiamo che il nostro stato attuale non sia un sogno. Tuttavia, facciamo la stessa premessa anche in ogni altro sogno, perché ogni volta che stiamo sognando sembriamo essere svegli, così in pratica non possiamo distinguere la veglia dal sogno, e quindi non abbiamo giustificazione per credere che ciò che ora prendiamo come la veglia non sia realmente solo un altro sogno.

Quindi nel diciottesimo paragrafo di Nāṉ Yār? Bhagavan dice:
ஜாக்ரம் தீர்க்கம், சொப்பனம் க்ஷணிக மென்பது தவிர வேறு பேதமில்லை. ஜாக்ரத்தில் நடக்கும் விவகாரங்க ளெல்லாம் எவ்வளவு உண்மையாகத் தோன்றுகின்றனவோ அவ்வளவு உண்மையாகவே சொப்பனத்தில் நடக்கும் விவகாரங்களும் அக்காலத்திற் றோன்றுகின்றன. சொப்பனத்தில் மனம் வேறொரு தேகத்தை யெடுத்துக்கொள்ளுகிறது. ஜாக்ரம் சொப்பன மிரண்டிலும் நினைவுகளும் நாமரூபங்களும் ஏககாலத்தில் நிகழ்கின்றன.

jāgram dīrgham, soppaṉam kṣaṇikam eṉbadu tavira vēṟu bhēdam-illai. jāgrattil naḍakkum vivahāraṅgaḷ ellām e-vv-aḷavu uṇmai-y-āha-t tōṉḏṟugiṉḏṟaṉa-v-ō a-vv-aḷavu uṇmai-y-āha-v-ē soppaṉattil naḍakkum vivahāraṅgaḷ-um a-k-kālattil tōṉḏṟugiṉḏṟaṉa. soppaṉattil maṉam vēṟoru dēhattai y-eḍuttu-k-koḷḷugiṟadu. jāgram soppaṉam iraṇḍil-um niṉaivugaḷ-um nāma-rūpaṅgaḷ-um ēka-kālattil nihaṙgiṉḏṟaṉa.

Eccetto che la veglia è dīrgha [durevole a lungo] e il sogno è kṣaṇika [momentaneo o durevole solo per un breve periodo], non c'è altra differenza [tra essi]. Nella misura in cui tutti i vyavāhāra [attività, affari o avvenimenti] che accadono nella veglia sembrano essere reali, nella stessa misura anche i vyavāhāra che accadono in sogno sembrano in quel momento essere reali. Nel sogno la mente prende un altro corpo [essere sé stesso]. Sia nella veglia che nel sogno i pensieri, i nomi e le forme [i fenomeni che costituiscono l'apparente mondo esterno] avvengono in un momento [o simultaneamente].
Sebbene nella prima frase di questo paragrafo Bhagavan sembra ammettere che c’è solo una differenza tra la veglia e il sogno, vale a dire una differenza di durata, nel verso 560 di Guru Vācaka Kōvai egli spiega che anche questa differenza è solo apparente:
வினாவிடுகேள் விக்கு விடையிறுக்கு மாற்றாற்
கனாநொடியாத் தோன்றிக் கழிய — நனாநெடிதா
மன்னலாக் கூறுமறு மாற்ற மனமாயைத்
துன்னலாற் போந்தவினைச் சூது.

viṉāviḍukēḷ vikku viḍaiyiṟukku māṯṟāṟ
kaṉānoḍiyāt tōṉḏṟik kaṙiya — naṉāneḍidā
maṉṉalāk kūṟumaṟu māṯṟa maṉamāyait
tuṉṉalāṯ pōndaviṉaic cūdu
.

பதச்சேதம்: வினாவிடு கேள்விக்கு விடை இறுக்கும் ஆற்றால், கனா நொடியா தோன்றி கழிய, நனா நெடிதா மன்னலா கூறும் மறுமாற்றம். மனமாயை துன்னலால் போந்த வினை சூது.

Padacchēdam (separazione delle parole): viṉāviḍu kēḷvikku viḍai iṟukkum āṯṟāl, kaṉā noḍiyā tōṉḏṟi kaṙiya, naṉā neḍidā maṉṉal-ā kūṟum maṟumāṯṟam. maṉa-māyai tuṉṉalāl pōnda viṉai sūdu.

அன்வயம்: கனா நொடியா தோன்றி கழிய, நனா நெடிதா மன்னலா கூறும் மறுமாற்றம் வினாவிடு கேள்விக்கு ஆற்றால் இறுக்கும் விடை. மனமாயை துன்னலால் போந்த வினை சூது.

Anvayam (parole ridisposte in ordine naturale di prosa): kaṉā noḍiyā tōṉḏṟi kaṙiya, naṉā neḍidā maṉṉal-ā kūṟum maṟumāṯṟam viṉāviḍu kēḷvikku āṯṟāl iṟukkum viḍai. maṉa-māyai tuṉṉalāl pōnda viṉai sūdu.

Traduzione: La risposta che dichiara che mentre il sogno momentaneamente appare e cessa, la veglia dura per lungo tempo, fu una risposta data per acconsentire alla domanda posta. [Questa differenza apparente nella durata è] un trucco ingannevole [o illusione] che è sorto a causa dell’aderire di mana-māyā [il potere auto-illudente che è la mente].
Quindi è chiaro che secondo Bhagavan non c’è assolutamente differenza sostanziale tra la veglia e il sogno, e che lo stato che ora prendiamo come la veglia è realmente solo un altro sogno.

7. Se ciò che ora prendiamo come la veglia è realmente solo un altro sogno, niente che noi percepiamo esiste indipendentemente dalla nostra percezione di esso

Questo è uno dei principi fondamentali dei suoi insegnamenti, e tutti i suoi altri insegnamenti centrali hanno senso solo se siamo pronti ad accettare questo principio, perché ciascuno dei principi fondamentali dei suoi insegnamenti è una parte essenziale di un insieme coerente, e quindi se non siamo disposti ad accettare ognuno di essi, la nostra comprensione degli altri non sarà sufficientemente coerente, comprensiva e chiara.

Se questo principio è vero, qualunque cosa ora percepiamo è solo una proiezione mentale, e quindi non esiste indipendentemente dalla nostra percezione di esso, proprio come niente che percepiamo in ogni altro sogno esiste indipendentemente dalla nostra percezione di esso. Cioè, se ciò che ora prendiamo come la veglia è realmente solo un altro sogno, qualunque corpo ora prendiamo come noi stessi, questo mondo e tutte le altre persone in esso sono solo una creazione della nostra mente e sembrano esistere solo finché li percepiamo.

8. Poiché niente altro che noi stessi è certamente reale, dovremmo focalizzarci nell’investigare ciò che siamo realmente

Tuttavia, ciascuno di noi è libero di scegliere se siamo disposti ad accettare questo e tutti gli altri principi fondamentali degli insegnamenti di Bhagavan o meno, ma se non siamo disposti ad accettare questo principio e quindi a scegliere di credere che questo mondo esiste indipendentemente dalla nostra percezione di esso, dovremmo almeno riconoscere che non abbiamo alcuna prova o altra ragione adeguata per giustificare questa convinzione.

Se desideriamo sinceramente conoscere ciò che è reale, dobbiamo essere disposti a mettere in discussione critica tutti i nostri credi e presupposti metafisici, e a rinunciare ad attaccarci a qualcuno che troviamo ingiustificato o insufficientemente giustificato. Poiché non abbiamo mezzi adeguati per giustificare la convinzione che ogni cosa esiste indipendentemente dalla nostra percezione di essa, dobbiamo essere disposti a rinunciare a questa convinzione, o almeno a sospenderla finché siamo in una posizione migliore per giudicare se c’è in essa qualche verità.

Ciò di cui ora possiamo essere assolutamente certi che è reale è solo la nostra esistenza e consapevolezza, perché se non esistessimo o non fossimo consapevoli, niente (né noi stessi né qualsiasi altra cosa) potrebbe sembrare esistere nella nostra visione, e sebbene la nostra esistenza e consapevolezza deve quindi essere reale, ogni altra cosa che percepiamo potrebbe essere (e secondo Bhagavan è realmente) solo un’apparenza illusoria – qualcosa che sembra esistere ma non esiste realmente.

Tuttavia, sebbene solo la nostra esistenza e la nostra consapevolezza sono certamente reali, ciò che siamo realmente al momento non ci è chiaro, perché siamo attualmente consapevoli di noi stessi come se fossimo questo corpo e mente, che non possiamo essere realmente, poiché siamo consapevoli di noi stessi anche quando non siamo consapevoli né di questo corpo né di questa mente, come nel sonno. Quindi se siamo saggi sospenderemo il nostro credere nella realtà di ogni altra cosa e focalizzeremo tutto il nostro interesse, l’attenzione e lo sforzo solo sul compito di investigare ciò che noi stessi siamo realmente.


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