Om Namo Bhagavate Sri Arunachalaramanaya

mercoledì 12 luglio 2017

Ciò che siamo realmente è solo pura auto-consapevolezza: consapevolezza che non è consapevole di nient’altro che sé stessa

Michael James

6 Luglio 2017
What we actually are is just pure self-awareness: awareness that is aware of nothing other than itself

Un amico mi ha scritto recentemente:
Tu dici che il Sé è sempre auto-consapevole. Cosa dire allora del concetto di Parabrahman (dove la consapevolezza non è consapevole che è consapevole). Non è una contraddizione? Ramesh Balsekar per esempio usava un sacco questa frase nei suoi insegnamenti.

Puoi commentare su questo per favore?
Ciò che segue è adattato dalla risposta che gli ho scritto:

Come possiamo essere consapevoli senza essere consapevoli che siamo consapevoli? Non puoi vedere l’ovvia assurdità in questa idea?

Parabrahman’ è solo un altro nome per brahman, perché se parabrahman fosse qualcosa diversa da brahman questo comporterebbe dualità, e significherebbe che sia brahman che parabrahman sono limitati.

E cosa è brahman? Secondo un mahāvākya (‘prajñānaṁ brahma’) esso è prajñāna, pura consapevolezza, e secondo un altro mahāvākya (‘tat tvam asi’) tu sei quello. Così brahman è ciò che noi siamo realmente, che è solo pura consapevolezza: cioè, consapevolezza che non è consapevole di nient’altro che sé stessa.

Esso non è consapevole di qualsiasi oggetto o fenomeno, ma è consapevole che esso è (‘io sono’), e poiché esso è consapevolezza (nel senso di essere ciò che è consapevole), il suo essere consapevole che esso è comporta che sia consapevole di essere consapevole, come Bhagavan intende nel verso 23 di Upadēśa Undiyār:
உள்ள துணர வுணர்வுவே றின்மையி
னுள்ள துணர்வாகு முந்தீபற
வுணர்வேநா மாயுள முந்தீபற.

uḷḷa duṇara vuṇarvuvē ṟiṉmaiyi
ṉuḷḷa duṇarvāhu mundīpaṟa
vuṇarvēnā māyuḷa mundīpaṟa
.

பதச்சேதம்: உள்ளது உணர உணர்வு வேறு இன்மையின், உள்ளது உணர்வு ஆகும். உணர்வே நாமாய் உளம்.

Padacchēdam (separazione delle parole): uḷḷadu uṇara uṇarvu vēṟu iṉmaiyiṉ, uḷḷadu uṇarvu āhum. uṇarv[u]-ē nām-āy uḷam.

அன்வயம்: உள்ளது உணர வேறு உணர்வு இன்மையின், உள்ளது உணர்வு ஆகும். உணர்வே நாமாய் உளம்.

Anvayam (parole ridisposte in ordine naturale di prosa): uḷḷadu uṇara vēṟu uṇarvu iṉmaiyiṉ, uḷḷadu uṇarvu āhum. uṇarvē nām-āy uḷam.

Traduzione: A causa della non-esistenza di [qualsiasi] consapevolezza diversa [da ciò che esiste] che sia consapevole di ciò che esiste, ciò che esiste (uḷḷadu) è consapevolezza (uṇarvu). Solo la consapevolezza esiste come noi.
Ugualmente nel verso 12 di Uḷḷadu Nāṟpadu (il significato del quale ho discusso dettagliatamente in Uḷḷadu Nāṟpadu verso 12: tranne che la reale consapevolezza che siamo realmente, non c’è niente da conoscere o da rendere conosciuto ) egli dice che ciò che conosce o che è consapevole di qualsiasi cosa diversa da sé stesso (vale a dire l’ego o mente) non è reale consapevolezza, ma che poiché uno risplende senza un altro da conoscere o da fare conoscere, sé stesso è reale consapevolezza, implicando che ciò che siamo realmente è solo consapevolezza che non è consapevole di nient’altro che sé stessa:
அறிவறி யாமையு மற்றதறி வாமே
யறியும துண்மையறி வாகா — தறிதற்
கறிவித்தற் கன்னியமின் றாயவிர்வ தாற்றா
னறிவாகும் பாழன் றறி.

aṟivaṟi yāmaiyu maṯṟadaṟi vāmē
yaṟiyuma duṇmaiyaṟi vāhā — daṟitaṟ
kaṟivittaṟ kaṉṉiyamiṉ ḏṟāyavirva dāṯṟā
ṉaṟivāhum pāṙaṉ ṟaṟi
.

பதச்சேதம்: அறிவு அறியாமையும் அற்றது அறிவு ஆமே. அறியும் அது உண்மை அறிவு ஆகாது. அறிதற்கு அறிவித்தற்கு அன்னியம் இன்றாய் அவிர்வதால், தான் அறிவு ஆகும். பாழ் அன்று. அறி.

Padacchēdam (separazione delle parole): aṟivu aṟiyāmaiyum aṯṟadu aṟivu āmē. aṟiyum adu uṇmai aṟivu āhādu. aṟidaṟku aṟivittaṟku aṉṉiyam iṉḏṟāy avirvadāl, tāṉ aṟivu āhum. pāṙ aṉḏṟu. aṟi.

Traduzione: Ciò che è privo di conoscenza e ignoranza [riguardo qualsiasi cosa diversa da sé stesso] è realmente aṟivu [conoscenza o consapevolezza]. Poiché esso risplende senza un altro da conoscere o da fare conoscere [o da rendere conosciuto], sé stesso è [reale] aṟivu [conoscenza o consapevolezza]. Esso non è un vuoto. Sappi [o sii consapevole].
Ciò che siamo realmente è ciò che è chiamato brahman o parabrahman, e ovviamente esso non pensa ‘io sono consapevole’, né è consapevole di sé stesso nello stesso modo in cui noi siamo consapevoli di oggetti o fenomeni, ma è consapevole, e quindi è consapevole di essere consapevole.

Ci sono così tanti guru che insegnano così tante idee confondenti e inconsistenti, ma ciò che Bhagavan ci ha insegnato è chiaro, semplice e coerente, così credo che per noi è meglio attaccarsi ai suoi insegnamenti è quindi evitare di essere confusi da altri. Egli ci ha insegnato tutto ciò che abbiamo bisogno di comprendere, che equivale al semplice fatto che tutto ciò che abbiamo bisogno di fare è investigare cosa siamo realmente noi stessi, perché questo è il solo modo per sradicare l’ego o mente (la falsa consapevolezza che è consapevole di cose diverse da sé stessa) e di conseguenza raggiungere una chiarezza perfetta: la chiarezza della pura auto-consapevolezza.


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