Om Namo Bhagavate Sri Arunachalaramanaya

venerdì 14 luglio 2017

La pura auto-consapevolezza non è il nulla ma la sola cosa che esiste realmente

Michael James

13 Luglio 2017
Pure self-awareness is not nothingness but the only thing that actually exists

Un amico mi ha scritto recentemente chiedendo, ‘Qual è la differenza tra il nulla e la completa auto-consapevolezza? Comprendo che la distruzione della mente è il fine ultimo della pratica, ma questo significa che noi miriamo solo ad essere niente?’, ma poi ha aggiunto, ‘Ovviamente questa domanda sorge da un ego che ha paura di non essere, ma sono curioso’. Ciò che segue è adattato dalla mia risposta:

La pura auto-consapevolezza è ciò che siamo realmente, così a meno che tu possa negare la tua esistenza essa non è niente, e quindi non è neanche il nulla (come ho spiegato in maggiore dettaglio in uno dei miei articoli precedenti: L’auto-conoscenza non è un vuoto (śūnya)).

La pura auto-consapevolezza è ‘nulla’ solo nel senso che è priva di fenomeni, ma i fenomeni sono realmente nulla, perché sono apparenze illusorie che sembrano esistere solo nella visione dell’ego, che è esso stesso non reale, così essi non esistono realmente.

Quindi la pura auto-consapevolezza è realmente priva di nulla. Essa solo esiste, così è la sola cosa, e quindi è ogni cosa, perché non c’è niente oltre ad essa. E’ assoluta pienezza - la pienezza dell’infinita, indivisibile, immutabile ed eterna sat-cit-ānanda: essere (sat), consapevolezza (cit) e felicità (ānanda), che sono una cosa sola.

Questo è il motivo per cui Bhagavan ha concluso il verso 12 di Uḷḷadu Nāṟpadu (il significato del quale ho discusso nel dettaglio in Uḷḷadu Nāṟpadu verso 12: tranne che la reale consapevolezza che siamo realmente, non c’è niente da conoscere o da rendere conosciuto) dicendo che poiché risplende senza qualcos’altro da conoscere o da rendere conosciuto, ciò che siamo realmente è reale consapevolezza, e non è il nulla o un vuoto:
அறிவறி யாமையு மற்றதறி வாமே
யறியும துண்மையறி வாகா — தறிதற்
கறிவித்தற் கன்னியமின் றாயவிர்வ தாற்றா
னறிவாகும் பாழன் றறி.

arrivati yāmaiyu maṯṟadaṟi vāmē
yaṟiyuma duṇmaiyaṟi vāhā — daṟitaṟ
kaṟivittaṟ kaṉṉiyamiṉ ḏṟāyavirva datar
ṉaṟivāhum pāṙaṉ ṟaṟi
.

பதச்சேதம்: அறிவு அறியாமையும் அற்றது அறிவு ஆமே. அறியும் அது உண்மை அறிவு ஆகாது. அறிதற்கு அறிவித்தற்கு அன்னியம் இன்றாய் அவிர்வதால், தான் அறிவு ஆகும். பாழ் அன்று. அறி.

Padacchēdam (separazione delle parole): aṟivu aṟiyāmaiyum aṯṟadu aṟivu āmē. aṟiyum adu uṇmai aṟivu āhādu. aṟidaṟku aṟivittaṟku aṉṉiyam iṉḏṟāy avirvadāl, tāṉ aṟivu āhum. pāṙ aṉḏṟu. aṟi.

Traduzione: Ciò che è privo di conoscenza e ignoranza [riguardo qualsiasi cosa diversa da sé stesso] è realmente aṟivu [conoscenza o consapevolezza]. Quello che conosce [o è consapevole di qualsiasi cosa diversa da sé stesso] non è reale aṟivu [conoscenza o consapevolezza]. Poiché esso risplende senza un altro da conoscere o da fare conoscere [o rendere conosciuto], sé stesso è [reale] aṟivu [conoscenza o consapevolezza]. Non è un vuoto [o nulla]. Sappi [o sii consapevole].
L’assenza di ogni fenomeno sembra essere nulla solo nella visione dell’ego (che è la falsa consapevolezza a cui egli si riferisce qui come ‘அறியும் அது’ (aṟiyum adu), ‘quello che conosce’, intendendo quello che conosce o è consapevole di cose diverse da sé stesso), perché noi sembriamo questo ego solo quando siamo consapevoli di fenomeni, così la consapevolezza di fenomeni è la vera natura dell’ego. Essa appare e coesiste con l’ego nella veglia e nel sogno, e scompare con esso nel sonno.

Poiché l’ego nel sonno non esiste, nella sua visione il sonno sembra uno stato di nulla. Tuttavia, sebbene l’ego in quel momento non esiste, nel sonno noi esistiamo e siamo consapevoli della nostra esistenza, e quindi dopo che ci svegliamo sappiamo ‘ho dormito’.

L’’io’ che esisteva ed era consapevole che esisteva nel sonno non è l’ego ma ciò che siamo realmente. Tuttavia, poiché ora sperimentiamo noi stessi come questo ego conoscitore di fenomeni, sembriamo non essere consapevoli di noi stessi come siamo realmente, e quindi non abbiamo una chiara impressione di ciò di cui eravamo realmente consapevoli nel sonno, che non è niente altro che la pura auto-consapevolezza che siamo realmente.

Tutto questo ci diverrà chiaro nella misura in cui pratichiamo l’essere acutamente e persistentemente auto-attentivi, perché più acutamente e persistentemente siamo auto-attentivi, più diverremo familiari con l’auto-consapevolezza in isolamento (o almeno in isolamento relativo) da tutti i fenomeni.


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