Om Namo Bhagavate Sri Arunachalaramanaya

giovedì 13 novembre 2014

‘Io’ è il centro e la sorgente del tempo e dello spazio



Michael James





Un nuovo amico mi ha scritto recentemente dicendo che pensa di aver compreso il concetto di tempo ma che non ha ancora afferrato il concetto di spazio. Nella mia risposta ho scritto:

Il concetto di spazio è proprio questo: un concetto o un’idea, e come tale è una costruzione mentale.

Il tempo e lo spazio sono le due strutture concettuali intrecciate all’interno delle quali organizziamo tutte le nostre altre idee riguardo a un mondo fisico.  Senza lo spazio, non ci sarebbe posto in cui esistere che per una cosa (poiché ogni cosa richiede un posto separato in cui esistere, dato che due cose non possono occupare simultaneamente lo stesso posto), così lo spazio è la struttura concettuale che permette l’apparenza della molteplicità. 
Nello stesso modo, senza il tempo, nessun mutamento avrebbe ambito apparente per accadere, così il tempo è la struttura concettuale che permette l’apparenza del mutamento, che sembra accadere costantemente all’interno di quest’apparenza di molteplicità.


Quindi, per conoscere ‘io’, che è uno e immutabile, non occorrono né lo spazio né il tempo. Di fatto, tutte le idee di spazio e tempo devono essere accantonate perché possiamo sperimentare ‘io’ come è realmente, poiché lo spazio è la base per l’illusione della molteplicità (che è sperimentata come ‘io’ e altre cose), e il tempo è la base per l’illusione del mutamento (in cui ‘io’ sembra essere solo una tra molte cose mutevoli).

Proprio come il movimento di un treno in cui siamo seduti crea l’illusione che gli alberi, le case e altri oggetti fermi si muovano oltrepassandoci velocemente, così il mutamento che sperimentiamo attorno a noi nel tempo e nello spazio crea l’illusione che questo ‘io’ immutabile stia anch’esso mutando.

La nostra esperienza di spazio e tempo è centrata attorno a due punti cruciali: ‘qui’ e ‘ora’. ‘Qui’ è qualsiasi punto nello spazio in cui al momento mi sperimento essere, e ‘ora’ è qualsiasi punto nel tempo in cui al momento mi sperimento essere. Dato che sperimentiamo ogni altro luogo nello spazio e ogni altro momento nel tempo in relazione all’attuale punto nello spazio, ‘qui’, e all’attuale punto nel tempo, ‘ora’, e poiché questi punti sono quelli in cui l’ ‘io’ è presente, il centro attorno al quale tutto lo spazio e il tempo sono sperimentati è solo ‘io’.

Comunque, dato che il tempo e lo spazio sono sperimentati solo quando sperimentiamo questo ‘io’ come qualcosa di separato da essi e da tutte le altre cose ed eventi che sembrano esistere in essi, ‘io’ non è solo il centro della nostra esperienza di tempo e di spazio, ma è anche la sorgente e la radice di tale esperienza.

Benché ‘io’ sia così sia il centro sia la sorgente della nostra esperienza di tempo e di spazio, sembra che noi (questo ‘io’) ci stiamo muovendo nel tempo in una direzione dal passato al futuro e ci stiamo muovendo nello spazio. Comunque,  sembra anche – quando visto in modo un po’ differente – che il tempo si muove oltrepassandoci e lo spazio si muove attorno e in relazione a noi (proprio come gli oggetti fermi all’esterno sembrano muoversi oltrepassandoci quando stiamo sedendo in un treno in movimento).

Di conseguenza possiamo concepire la relazione tra lo spazio e ‘qui’ in entrambi i modi. Normalmente concepiamo lo spazio come una struttura fissa all’interno della quale noi e altri oggetti ci muoviamo, e ovunque noi  (cioè il nostro corpo) ci muoviamo, ‘qui’ si muove con noi (poiché ‘qui’ è sempre dove ‘io’ sono, così quando un corpo è sperimentato come ‘io’, ‘qui’ è dove quel corpo è). Altrimenti possiamo concepire ‘qui’ come il punto fisso in relazione al quale lo spazio si muove. Ora questo luogo dove io sono è ‘qui’ ma se il mio corpo cammina fuori da questa stanza, altri luoghi (cioè punti nello spazio) si muovono e occupano temporaneamente ‘qui’.

Se analizziamo la nostra esperienza, la seconda è quella che sperimentiamo più direttamente, perché soggettivamente sperimentiamo il mondo muoversi in relazione a ‘qui’, il punto centrale di ‘io’ localizzato nello spazio. Comunque, sebbene questo sia ciò che principalmente sperimentiamo, a causa della nostra visione oggettiva rifiutiamo questa visione soggettiva e piuttosto sovrapponiamo la fissità sullo spazio, e quindi creiamo un’illusione secondaria che lo spazio è fisso e ‘qui’ si muove in relazione ad esso.

Quando sediamo su un treno in movimento, se la nostra attenzione è diretta sulle cose vicine all’esterno del treno, esse sembrano muoversi e noi sembriamo essere fermi in relazione ad essi, mentre se la nostra attenzione è diretta verso oggetti lontani all’orizzonte, essi tendono a sembrare fermi e noi sembriamo muoverci in relazione ad essi. Nello stesso modo, quando assumiamo una visione più soggettiva della nostra esperienza, dando attenzione a come le cose realmente sembrano essere da una prospettiva più strettamente personale, ci sembra di essere relativamente fermi e che i luoghi nello spazio si muovono attorno e in relazione a noi (come, viaggiando su un treno, possiamo dire, ‘Londra si sta avvicinando’), mentre quando assumiamo una visione più oggettiva della nostra esperienza, dando attenzione al mondo fisico come se esista ‘lì fuori’, indipendente dalla nostra percezione di esso, ci sembra che lo spazio fisico è una serie fissa di luoghi in cui ci muoviamo.

Nessuna di queste due concezioni è vera, poiché il mondo, lo spazio in cui esso sembra esistere e il tempo in cui esso sembra mutare sono tutti un’illusione, ma la concezione che lo spazio si muove in relazione al punto fisso ‘qui’ è più vicina alla verità della concezione che ‘qui’ si muove in relazione a una struttura fissa chiamata spazio, poiché ‘qui’ è ovunque lo sperimentatore ‘io’ è situato. Dato che lo sperimentatore è sempre sperimentato nel centro di qualsiasi altra cosa è sperimentata, qualsiasi luogo è ora sperimentato come ‘qui’ è sperimentato come il punto centrale in mezzo a tutti gli altri luoghi che sperimentiamo attorno a noi.

Se lo spazio o il tempo esistessero indipendentemente dalla nostra esperienza di essi, può essere vero che noi ci muoviamo in relazione a essi, ma se non esistono indipendentemente dalla nostra esperienza di essi, ciò che è fisso è solo noi stessi, e tutto il movimento è in relazione a noi, che sperimentiamo ciò. Quindi, per scoprire se siamo qualcosa che è fisso o qualcosa che si muove e muta, abbiamo bisogno di investigare questo ‘io’: chi o cosa sono io?

Quando Sri Ramana investigò se stesso per sapere se l’ ‘io’ subisce realmente il principale mutamento chiamato ‘morte’ o no,  scoprì che ‘io’ è l’unica realtà infinita e immutabile, e che ogni altra cosa che è sperimentata è solo un’illusione. Quindi qualsiasi domanda le persone gli chiedevano riguardo qualsiasi cosa, la sua risposta immediata era sempre chiedere loro di scoprire chi è l’ ‘io’ che vuole conoscere la risposta a tale domanda, e solo se essi mostravano di non essere in grado di riconoscere o accettare che investigare chi sono io avrebbe risolto tutti i loro problemi e risposto a tutte le loro domande, egli avrebbe dato qualche altra risposta che si adattasse alla loro aspirazione e potere di comprensione limitati.

Quindi secondo l’esperienza di Sri Ramana, ciò che è realmente fisso è solo ‘io’, e ogni altra cosa è mutevole, ma poiché confondiamo una cosa mutevole (una persona composta di un corpo e una mente) come ‘io’ e poiché siamo più interessati a dare attenzione e a sperimentare altre cose che a dare attenzione e a sperimentare solo ‘io’, spostiamo la sensazione di ciò che è fisso da noi stessi allo spazio in cui il mondo esterno sembra esistere.

Così il tempo e lo spazio sono due fondamentali illusioni che ci confondono contemporaneamente. Per correggere questa confusione, che è radicata nella confusione primaria ‘io sono questo corpo’, dobbiamo cercare di dare attenzione e sperimentare solo ‘io’- se perseveriamo nel cercare di fare questo, alla fine avremo successo, e quando faremo questo sperimenteremo con perfetta chiarezza noi stessi come siamo realmente, non confusi e incontaminati dall’illusoria apparenza di ogni altra cosa. 

Quindi per rimuovere la nostra attuale confusione, che è come una boscaglia fitta e ingarbugliata cresciuta da una singola radice, vale a dire l’illusione ‘io sono il corpo’, dobbiamo spostare il fuoco del nostro interesse e della nostra attenzione lontano da tutte le altre cose e rivolgerlo solo verso ‘io’. Questo è il rimedio semplice ma potente che ci è sempre stato disponibile,  ma che ora riconosciamo solo perché ci è stato indicato da Bhagavan Ramana.


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