Om Namo Bhagavate Sri Arunachalaramanaya

sabato 18 gennaio 2014


L' 'Io' rigetta l'illusione dell' 'io' e tuttavia rimane 'Io'. Questo è il paradosso della realizzazione del Sé, ma i realizzati non vi vedono alcuna contraddizione. Prendiamo il caso della bhakti. M'avvicino ad Ishvara e prego di essere assorbito in Lui. Poi mi abbandono con fede e con concentrazione. Cosa rimane dopo? Al posto dell' 'io' originario, il perfetto abbandono lascia una parte di Dio in cui l' 'io' si perde. Questa è la forma più elevata di devozione (para-bhakti), prapatti, l'abbandono totale o il livello supremo di vairagya [distacco].
Voi rinunciate a questa o a quella cosa che fa parte delle 'vostre' proprietà. Se invece rinunciaste all'idea di 'io' e 'mio', rinuncereste a tutto in un sol colpo. Il germe stesso del possesso sparisce. Il male viene distrutto alla sorgente prima ancora di potersi manifestare. Per fare questo il vairagya dev'essere molto intenso. Il desiderio di farlo dev'essere simile a quello che ha un uomo tenuto sott'acqua che cerca di risalire in superficie per respirare.

Discorsi con Sri Ramana Maharshi, vol.I, n.27 - Edizioni Vidyananda

giovedì 2 gennaio 2014

AHAM SPHURANA


AHAM SPHURANA

Bhagavan chiarifica in molte occasioni che l' 'Io-Io' è un'esperienza non dell'ego ma del Sé. Il verso trenta dell'Ulladu Narpadu è alquanto enfatico riguardo ciò:

"Quando la mente rivolta all'interno ricerca 'Chi sono io?' e raggiunge il Cuore, l''io' individuale sprofonda umiliato, e immediatamente la realtà si manifesta come 'Io-Io'. Sebbene essa si rivela in questo modo, non è l'io'-ego ma l'essere perfetto, il Sé Assoluto."