Om Namo Bhagavate Sri Arunachalaramanaya

sabato 30 agosto 2014

Happiness and the Art of Being




Michael James

Capitolo 9 - Auto-investigazione e Auto-abbandono -pag. 348 


La pratica di atma-vichara o auto-investigazione è quindi solo un calmo e pacifico focalizzare l'intera attenzione sul più intimo centro del nostro essere, e dunque è la stessa pratica che in altre tradizioni mistiche è conosciuta come contemplazione o ricordo - ricordo, cioè, non tanto nel senso di ricordare, quanto nel senso di riunire o raccogliere all'indietro la nostra attenzione sparsa in tutte le altre cose ritirandola nel suo centro o sorgente naturale, che è il nostro essere più interno - il vero ed essenziale essere auto-cosciente, 'io sono'.

mercoledì 27 agosto 2014

lunedì 25 agosto 2014

L’auto-consapevolezza è l’esatta natura di ‘io’



di Michael James

Venerdì 1 Agosto 2014

Il mese scorso un amico chiamato Venkat mi ha posto diverse domande in una serie di tre commenti che ha scritto ad uno dei miei recenti articoli, ‘Is consciousness a product of the mind?’, pertanto questo articolo è scritto in risposta alle sue domande.

sabato 23 agosto 2014

Auto-attenzione senza caratteristiche


di Michael James
Venerdì 22 Agosto 2014 
http://happinessofbeing.blogspot.it/2014/08/the-featurelessness-of-self.html

L'amico che ha fatto la domanda alla quale ho risposto nell'articolo What do we actually experience in sleep?  mi ha scritto un'altra email nella quale ha chiesto se l'eternità è anche una delle 'caratteristiche' della nostra esperienza senza caratteristiche nel sonno, e nella quale ha concluso chiedendo: 'Hai una pratica favorita che ha senso condividere? (Sto ancora cercando di ottenere una chicca ;-))'. 

mercoledì 6 agosto 2014

Sperimentare il puro 'io' qui e ora

di Michael James


In un commento a un mio precedente articolo, How to avoid creating fresh karma (āgāmya)?, un anonimo amico ha citato il seguente passaggio dal libro di Lucy Cornelssen Hunting the ‘I’ (V edizione, 2003, pagine 20-21):
Ci sono altre occasioni, in cui potremmo sperimentare coscientemente questo puro ‘io’. Una di esse è durante il minuscolo spazio tra due pensieri, quando l’attenzione ha lasciato la sua presa su un pensiero e non ha ancora afferrato quello successivo. Ma poiché non abbiamo mai tentato, la nostra attenzione non è addestrata in questo modo e difficilmente avremo successo nel tentativo.

sabato 2 agosto 2014

Coltivare ininterrotta auto-attenzione

Michael James

In un commento a uno dei miei recenti articoli, Self-enquiry, personal experiences and daily routine, un anonimo amico ha scritto:  
“...ininterrotta auto-attenzione ...”
Ciò non è affatto possibile nella mia vita lavorativa quotidiana. Lavoro come sviluppatore di software e devo pensare costantemente a scrivere programmi. Cerco di essere auto-attento mentre sono in ascensore, camminando nei corridoi… qualche volta anche mentre fumo, e cerco anche di essere auto-attento mentre guido. Così ti prego di dirmi come mantenermi nell’ ‘io’ mentre lavoro.
Qui le parole “… ininterrotta auto-attenzione…” si riferiscono a una frase che Sri Ramana scrisse nell’undicesimo paragrafo di Nan Yar? (Chi sono io’), che ho citato in quell’articolo, vale a dire:
…Se ci si aggrappa fermamente a un ininterrotto svarupa-smarana [ricordo di sé] fino a che si consegue svarupa [il proprio sé essenziale], questo solo [sarà] sufficiente…