Om Namo Bhagavate Sri Arunachalaramanaya

martedì 11 luglio 2017

Non c’è assolutamente differenza tra il sonno e la pura auto-consapevolezza (ātma-jñāna)

Michael James

28 Giugno 2017
There is absolutely no difference between sleep and pure self-awareness (ātma-jñāna)

Dopo che ho scritto la risposta riprodotta nell’articolo che ho pubblicato qui ieri, vale a dire Māyā non è niente altro che la nostra mente, così essa sembra esistere solo quando noi sembriamo essere questa mente, l’amica a cui ho scritto questo ha risposto, ‘Grazie, Michael, ma suppongo che ‘realizzazione’ non è del tutto uguale a sonno profondo?’, a cui ho risposto:

In un certo senso ‘realizzazione’ (ātma-jñāna: auto-conoscenza o vera auto-consapevolezza) è esattamente uguale al sonno, e in un altro senso non lo è. Dalla prospettiva di noi stessi come questa mente, il sonno sembra essere uno stato imperfetto, in primo luogo perché prima o poi ne usciamo, e in secondo luogo perché esso sembra uno stato di oscurità o nescienza, così da questa prospettiva il sonno sembra del tutto diverso da ātma-jñāna.

Tuttavia, secondo Bhagavan, quando visto dalla prospettiva della mente o ego, il sonno non è ciò che sembra essere, perché nel sonno la mente non era presente, così nella veglia e nel sogno essa non può ricordare cosa è stato realmente sperimentato nel sonno. Tuttavia, sebbene nel sonno non eravamo presenti come la mente, eravamo presenti come siamo realmente, che è solo pura auto-consapevolezza, così possiamo ricordare chiaramente che abbiamo dormito, ma non possiamo ricordare chiaramente a cosa il sonno era simile.

Il fatto che possiamo ricordare di aver dormito significa che in quello stato dobbiamo essere stati consapevoli di noi stessi, così non ci può essere dubbio che durante il sonno eravamo consapevoli, anche se non eravamo consapevoli di qualsiasi cosa diversa da noi stessi. Se mentre siamo nel sonno non fossimo consapevoli, non saremmo consapevoli di aver sperimentato qualche stato diverso da veglia e sogno, ma siamo consapevoli di sperimentare frequenti intervalli tra la veglia e il sogno, e quegli intervalli sono ciò che è chiamato sonno. Cioè, siamo chiaramente consapevoli che qualche volta siamo in uno stato in cui non siamo consapevoli né di essere svegli né di sognare – uno stato in cui di fatto non siamo consapevoli di qualunque fenomeno.

Per essere consapevoli di essere stati in un tale stato, dobbiamo essere stati consapevoli di essere in esso mentre eravamo in esso, e per essere stati consapevoli di essere in esso dobbiamo essere stati consapevoli di noi stessi, quello che era consapevole di essere in esso. Quindi secondo Bhagavan il sonno non è uno stato di auto-ignoranza ma di pura auto-consapevolezza, come egli ha indicato, per esempio, in una risposta registrata nel primo capitolo di Maharshi’s Gospel (edizione 2002, pagina 9):
Il sonno non è ignoranza, è il proprio stato puro; la veglia non è conoscenza, è ignoranza. Nel sonno c’è piena consapevolezza e nella veglia totale ignoranza .
Poiché sono entrambi stati di pura auto-consapevolezza, non c’è assolutamente differenza tra il sonno e ātma-jñāna, e non sono realmente due stati ma solo uno – il solo stato che esiste realmente (che è ciò che qualche volta è chiamato jāgrat-suṣupti, ‘sonno desto’, turīya, ‘il quarto’, o turīyātīta, ‘oltre il quarto’), come Bhagavan dice nel verso 460 di Guru Vācaka Kōvai:
கனாநனாக் கட்குத்தான் காரணமா நின்ற
அனாதிமல வாதனைபோ யற்றால் — இனாத
கதிபடரக் கூட்டும்பாழ்ங் கண்ணுறக்க மூடம்
அதீததுரி யாவத்தை யாம்.

kaṉānaṉāk kaṭkuttāṉ kāraṇamā niṉḏṟa
aṉādimala vādaṉaipō yaṯṟāl - iṉāda
gatipaḍarak kūṭṭumpāṙṅ kaṇṇuṟakka mūḍam
atītaturi yāvattai yām
.

பதச்சேதம்: கனா நனாக்கட்கு தான் காரணமா நின்ற அனாதி மல வாதனை போய் அற்றால், இனாத கதி படர கூட்டும் பாழ் கண்ணுறக்க மூடம் அதீத துரிய அவத்தை ஆம்.

Padacchēdam (separazione delle parole): kaṉā naṉākkaṭku tāṉ kāraṇam-ā niṉḏṟa aṉādi mala vādaṉai pōy aṯṟāl, iṉāda gati paḍara kūṭṭum pāṙ kaṇ-ṇ-uṟakka mūḍam atīta turiya avattai ām.

Traduzione: Se le sudice vāsanās senza inizio [propensioni o inclinazioni ad essere consapevoli di qualsiasi cosa diversa da sé stessi], che stavano in piedi come la causa di sogno e veglia, sono completamente sradicate, lo stato di sonno [apparentemente] ottuso [o nesciente], [che era considerato] un vuoto che conduce a soffrire in uno stato di infelicità, [si rivelerà] atīta turya avasthā [il trascendente ‘quarto’ stato].
Le nostre propensioni (vāsanā) saranno completamente sradicate solo quando la loro radice, l’ego, sarà sradicato, e allora noi scopriremo che il sonno, che precedentemente sembrava uno stato ottuso di ignoranza, è realmente il nostro stato naturale di pura auto-consapevolezza, che è chiamato il ‘quarto’ stato ma è realmente il solo stato reale, come Bhagavan indica nel verso 32 di Uḷḷadu Nāṟpadu Anubandham:
நனவு கனவுதுயி னாடுவார்க் கப்பா
னனவு துயிற்றுரிய நாமத் — தெனுமத்
துரிய மதேயுளதாற் றோன்றுமூன் றின்றாற்
றுரிய வதீதந் துணி.

naṉavu kaṉavuduyi ṉāḍuvārk kappā
ṉaṉavu tuyiṯṟuriya nāmat — teṉumat
turiya madēyuḷadāṯ ṟōṉḏṟumūṉ ḏṟiṉḏṟāṟ
ṟuriya vatītan tuṇi
.

பதச்சேதம்: நனவு, கனவு, துயில் நாடுவார்க்கு, அப்பால் நனவுதுயில் ‘துரிய’ நாமத்து எனும். அத் துரியம் அதே உளதால், தோன்றும் மூன்று இன்றால், துரிய அதீதம். துணி.

Padacchēdam (separazione delle parole): naṉavu, kaṉavu, tuyil nāḍuvārkku, appal naṉavu-tuyil ‘turiya’ nāmattu eṉum. a-t-turiyam adē uḷadāl, tōṉḏṟum mūṉḏṟu iṉḏṟāl, turiya atītam. tuṇi.

Traduzione: Per coloro che sperimentano la veglia, il sogno e il sonno, il sonno desto, [che è] oltre [questi tre], è chiamato turya [o turīya, il ‘quarto’]. Poiché solo quel turya esiste, [e] poiché i tre [stati] che appaiono [o sembrano esistere] non esistono, sii certo [che turya è realmente] turya-v-atīta [turīyātīta, oltre il ‘quarto’].
Proprio come il nostro unico stato reale sembra essere un ‘quarto’ stato solo finché i tre stati di veglia, sogno e sonno sembrano esistere, il sonno sembra un terzo stato solo finché la veglia e il sogno sembrano esistere, ma quando l’ego e le sue ‘sudice propensioni senza inizio’ (anādi mala vāsanās), che fanno sorgere l’apparenza di veglia e di sogno, sono sradicati, ciò che rimarrà sarà solo il sonno, che sarà scoperto essere l’unico stato reale e onnitrascendente chiamato turīya, il ‘quarto’.

È solo dalla prospettiva di noi stessi come l’ego o mente nella veglia e nel sogno che il sonno sembra transitorio e imperfetto, e perciò differente da ātma-jñāna. Da questa prospettiva il difetto più serio nel sonno sembra essere che prima o poi invariabilmente ne usciamo, così non possiamo rimanere nel sonno per sempre. Ma chi esce dal sonno? Ovviamente solo la mente (l’ego). Quindi uscire dal sonno è per noi un problema solo finché confondiamo noi stessi come questa mente, ma noi siamo questa mente? E se non siamo questa mente, c’è affatto una cosa come la ‘mente’?

Se investighiamo questa mente (l’ego) abbastanza acutamente, scopriremo che non c’è una tale cosa, come Bhagavan dice nel verso 17 di Upadēśa Undiyār:
மனத்தி னுருவை மறவா துசாவ
மனமென வொன்றிலை யுந்தீபற
மார்க்கநே ரார்க்குமி துந்தீபற.

maṉatti ṉuruvai maṟavā dusāva
maṉameṉa voṉḏṟilai yundīpaṟa
mārgganē rārkkumi dundīpaṟa
.

பதச்சேதம்: மனத்தின் உருவை மறவாது உசாவ, மனம் என ஒன்று இலை. மார்க்கம் நேர் ஆர்க்கும் இது.

Padacchēdam (separazione delle parole): maṉattiṉ uruvai maṟavādu usāva, maṉam eṉa oṉḏṟu ilai. mārggam nēr ārkkum idu.

அன்வயம்: மறவாது மனத்தின் உருவை உசாவ, மனம் என ஒன்று இலை. இது ஆர்க்கும் நேர் மார்க்கம்.

Anvayam (parole ridisposte in ordine naturale di prosa): maṟavādu maṉattiṉ uruvai usāva, maṉam eṉa oṉḏṟu ilai. idu ārkkum nēr mārggam.

Traduzione: Quando uno investiga [esamina o scrutina] la forma della mente senza trascurare [dimenticare, abbandonare, rinunciare o cessare], non esisterà qualcosa chiamata ‘mente’. Questo il sentiero diretto [diritto o appropriato] per tutti.
Poiché nessuna mente (o ego) esiste realmente, non esce mai dal sonno, così il sonno, che è uno stato in cui siamo completamente liberi dalla mente, è realmente il nostro stato reale, e quindi è esattamente uguale a ātma-jñāna. Noi ora sembriamo essere usciti dal sonno solo perché stiamo guardando cose diverse da noi stessi, ma se ci voltiamo per guardare noi stessi abbastanza acutamente, vedremo ciò che siamo realmente, che è solo pura, eterna, infinita ed immutabile auto-consapevolezza, e in questo modo scopriremo che non siamo mai usciti dal sonno.

Anche ora siamo felicemente immersi nel sonno eterno, come vedremmo se guardassimo noi stessi abbastanza acutamente, e questo sonno in cui siamo eternamente immersi è il sonno della pura ed assoluta auto-consapevolezza o ātma-jñāna.


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